Parto in casa. I neonatologi: “Scelta rischiosa”

Nonostante sempre più donne lo scelgano e nonostante esistano associazioni di ostetriche nate – anche in Romagna – per occuparsene, il parto in casa è “rischioso per la salute della mamma e del bambino”. Lo sostiene la Società italiana di neonatologia (Sin). Di parere opposto le ostetriche le quali ribattono che, appunto, con la loro assistenza una donna senza particolari problemi di salute non ha niente da temere.

L’Istituto Mario Negri di Milano ha contato, nel 2015 in Italia, circa 500 bambini nati tra le mura domestiche. Una scelta che nasce, in genere, dal desiderio di vivere il parto nel rispetto della natura fisiologica dell’evento, in itimità, in famiglia, senza troppa medicalizzazione.

parto in acqua, gravidanza Lina Bollani, pediatra e membro della Sin, ha spiegato al quotidiano la Repubblica che “la situazione del nostro sistema sanitario ci obbliga a sconsigliare vivamente questa scelta. Tra le mura domestiche, infatti, non sono garantite le misure di sicurezza necessarie in caso di problemi che possono subentrare. Ad esempio non c’è una rete capillare di ambulanze e, quando questa è garantita, bisogna fare i conti con la vicinanza e raggiungibilità di Terapie Intensive Neonatali. Aggiungerei che anche per la mamma deve essere garantita, in situazioni di emergenza, la vicinanza di un centro in grado di prestare assistenza 24 ore su 24, come la disponibilità di sala operatoria per il taglio cesareo sempre H24 con inizio dell’intervento entro 30 minuti e possibilità di trasfusione in caso di sanguinamento”.

Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio e la provincia di Trento e Bolzano danno un rimborso dell’80% delle spese sostenute dalle mamme per pagare le ostetriche a casa. Le Asl di Torino, Parma, Modena e Reggio Emilia, invece, forniscono assistenza pubblica gratuita alle partorienti domiciliari.

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