“Sono tante le richieste di informazioni, le richieste e le visite che riceviamo in queste ultime settimane da parte di cittadini allarmati. Per questo vogliamo tranquillizzare la nostra popolazione: non c’è un’emergenza sanitaria legata alla meningite”. A dirlo è il dottor Giuseppe Cosenza, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica di Ferrara, dopo le segnalazioni sempre più numerose ricevute dai suoi operatori di cittadini disorientati e spaventati dalla possibilità di contrarre la meningite: “I casi registrati rimangono quelli attesi, senza registrare nuovi incrementi, questo significa che non sono necessarie dosi supplementari a quelle già effettuate nei ragazzi e nemmeno vaccinazioni in soggetti adulti in buone condizioni di salute”.
La meningite è una malattia infettiva acuta, causata principalmente da virus e batteri. Tra le forme batteriche, la più temuta è causata dal meningococco (Neisseria Meningitidis), di cui esistono diversi ceppi, diversamente diffusi nei continenti, ma solo alcuni di essi ( A, B, C, W135, Y, X) possono dare luogo a forme severe di malattia.
In Italia l’incidenza della malattia è più bassa che in Europa e riconosce due picchi. Il primo picco, il maggiore, si verifica nei bambini fino a 4 anni (4,3 casi/100.000), un secondo picco, molto più basso, nell’età 15-24 anni (<1/100.000), per diminuire progressivamente dopo i 25 anni. La maggior parte dei casi è sostenuta dai ceppi B e C.
Il ceppo (o siero gruppo) più frequentemente implicato è il “B”, che colpisce prevalentemente i bambini molto piccoli (con un picco di incidenza a 4-8 mesi); il ceppo “C” vede due picchi di incidenza: nella popolazione pediatrica al di sotto dei 5 anni e negli adolescenti.
Il meningococco è presente nelle prime vie aeree di molte persone (sono portatori il 2-30% dei bambini e il 5-10% degli adulti) senza che si manifesti alcun problema. La trasmissione dell’infezione avviene, in genere, per contatto “diretto”, stretto (ravvicinato) e prolungato, tra soggetti infetti e/o portatori e soggetti sani, attraverso goccioline di saliva e/o secrezioni nasali. Ambienti chiusi e sovraffollati favoriscono la trasmissione del batterio/malattia.
In alcuni casi, per cause non chiare ma legate ad un’alterazione – anche temporanea – del sistema immunitario, può diffondersi nell’organismo fino a colpire le meningi, dando origine a meningite.
La malattia si presenta dopo un periodo di incubazione, che varia da 2 a 10 giorni (in media 3-4 giorni), con comparsa improvvisa di febbre, nausea, a volte associata a vomito, rigidità nucale, fotosensibilità (sensibilità dell’occhio alla luce) e stato mentale alterato. Le infezioni gravi sono poco frequenti, ma possibili (10% di casi mortali e 10-20% di esiti permanenti nei sopravvissuti).
Le possibilità di cura sono, tuttavia, molto migliorate: se individuata precocemente e tempestivamente trattata, l’evoluzione della malattia è favorevole. Tema sul quale la famiglia di Ester Villa, la bimba di dieci mesi di Ravenna morta per una menigite che secondo la famiglia non è stata individuata in tempo, ha insistito a lungo prima di vedersi archiviare il caso.
Nei confronti della meningite meningococcica esistono vari tipi di vaccini. Il primo è il vaccino coniugato tetravalente (ACW135Y), che conferisce immunità di lunga durata nei confronti della meningite causata dal meningococco C e dai sierogruppi A,Y e W-135 (diffusi specialmente in Africa e Asia). Sono vaccinati gratuitamente e con invito i lattanti a 12-15 mesi e gli adolescenti a 13-14 anni. Il secondo è il vaccino antimeningococco B, indicato per la protezione di soggetti di età pari o superiore ai due mesi. Questo vaccino è stato recentemente inserito nel calendario vaccinale regionale e dal 2017 verrà offerto attivamente e gratuitamente ai nuovi nati (tre dosi a partire dal 4 mese più una dose di richiamo dopo l’anno di età). Le richieste, un po’ in tutta la Regione, risultato in aumento da parte dei genitori.
Entrambi i vaccini vengono offerti gratuitamente ai soggetti adulti con particolari condizioni di rischio (pazienti con asplenia, immunodeficienze, trapianto di midollo, emoglobinopatie).
La vaccinazione è, comunque, possibile a richiesta prendendo un appuntamento ali CUP, dietro pagamento di una quota di compartecipazione alla spesa di 36,20 euro di vaccino più 16 euro di prestazione come da tariffario regionale per la vaccinazione antimeningococcico tetravalente e 73,35 euro di vaccino e 16 euro di prestazione come da tariffario regionale a dose (le dosi previste sono 2) per la vaccinazione antimeningococcico B.
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