Bando asili, più punteggio a lavoratori autonomi e precari

Maggior peso alle condizioni lavorative dei genitori con una sostanziale armonizzazione tra lavoro dipendente e indipendente, semplificazione delle voci e del procedimento di iscrizione online, introduzione dell’obbligo vaccinale come stabilito dalla recente legge della Regione Emilia Romagna. Queste le principali novità inserite nel nuovo bando per l’accesso ai servizi educativi dell’infanzia per l’anno 2017-2018 approvato nel corso dell’ultima seduta della Giunta del Comune di Rimini.

bambina, asilo, nido, giocareTre i criteri di fondo che hanno ispirato le novità:

Il primo riguarda la scelta di dare maggiore peso alla condizione lavorativa dei genitori rispetto alle situazioni relative al nucleo famigliare; semplificando, peserà più la voce lavoro, aumentandone il peso rispetto a quella famigliare (nello specifico il punteggio massimo applicabile alla voce occupazionale passa dai vecchi 20 punti massimi ai 30 del nuovo regolamento).

Il secondo è quello di una nuova armonizzazione tra lavoratore dipendente a quello autonomo, recependo i cambiamenti profondi nel tessuto occupazionale avvenuti negli ultimi anni. Un tratto distintivo della struttura occupazionale riminese risiede infatti in una notevole disposizione all’imprenditorialità come si evince dall’incidenza dei lavoratori indipendenti. Le circa 41 mila unità stimate nel 2015 sul territorio provinciale rappresentano, infatti, circa il 30% di tutti gli occupati residenti, laddove l’incidenza media sia in Emilia-Romagna che in Italia si attesta intorno al 25%. Va, inoltre, sottolineato, che a differenza di quanto rilevato in ambito regionale e nazionale, il peso del lavoro autonomo a livello locale sia cresciuto negli ultimi anni di circa 1,5 punti percentuali a fronte di una corrispondente diminuzione nella quota dei dipendenti, scesi a circa il 69% dal 71,3% del 2013.

Il terzo la semplificazione del meccanismo di assegnazione di punteggi per tutte quelle forme occupazionali precarie, esplose negli ultimi anni in una moltitudine di forme contrattuali, in una unica categoria. Queste semplificazioni permetteranno di aumentare ulteriormente il numero di coloro che si iscrivono on-line, il cui peso percentuale è triplicato nel corso del solo ultimo anno, in cui praticamente una iscrizione su quattro è avvenuta da casa, senza recarsi agli uffici.

Oltre a queste importanti modifiche, la novità principale risiede nell’inserimento dell’obbligo vaccinale per i nuovi iscritti come stabilito dalla recente legge delle Regione Emilia Romagna.

“In una società in continuo mutamento come quello attuale – è il commento di Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini – anche il tema della gestione dei servizi pubblici deve ripartire da una lettura diversa, dinamica e fluida della composizione sociale della propria comunità. Per rispecchiare allora la società di oggi e non quella passata, era necessario una nuova attenzione verso il precariato e una armonizzazione tra le condizioni di accesso ai servizi educativi per i lavoratori dipendenti e quelle previste per i lavoratori autonomi, tenendo conto di un mondo, quello del lavoro autonomo, mutato radicalmente rispetto al passato. Oggi i lavoratori autonomi non sono più e solo quelli ritenuti sino a qualche anno fa oggetto di pregiudizi e/o privilegi, ma vi rientrano molte professioni precarie, spesso con stipendi minimi, che passano con grande difficoltà da un piccolo impiego ad un altro. Peraltro sono state tantissime, negli ultimi anni, le segnalazioni di genitori con lavoro autonomo, e un reddito famigliare spesso inferiore a quello medio da lavoro dipendente, che chiedevano quella che prima di tutto ritengono una cosa giusta, stanchi di penalizzati a causa della categorizzazione ‘a prescindere’. La grande novità dell’obbligo vaccinale non è solo il recepimento di una norma regionale, ma il tanto auspicato obiettivo raggiunto grazie ad una azione di sensibilizzazione che è partita proprio da Rimini per diffondersi poi su scala regionale, e che ora può diventare laboratorio a livello nazionale. Non solo, anche le nuove forme famigliari di convivenza, i nuovi stili di vita, i nuovi diritti acquisiti in tema di diritti civili trovano spazio nella modernizzazione di una tipologia di servizi che vorrei sempre più rispondenti ai bisogni delle nuove famiglie”.

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