Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi fa il punto sulla senologia di Santarcangelo, reparto di eccellenza a rischio trasferimento. “Non essendo stato possibile votare su un ordine del giorno causa il mancato accordo tra i capigruppo – spiega il primo cittadino – ho chiesto, e ottenuto, alla direzione generale dell’Ausl di prendere formalmente questi impegni sulla senologia di Santarcangelo:
- di salvaguardare il livello di eccellenza già raggiunto nell’area della Chirurgia senologica.
- Di mantenere il percorso di presa in carico delle pazienti al fine di mantenere e migliorare gli attuali indicatori di qualità
- Di salvaguardare il numero di interventi chirurgici le buone performance dei tempi di attesa.
- Di mantenere la Breast Unit di Santarcangelo e quindi la perfetta integrazione tra tra tutte le funzioni quali prevenzione, diagnosi precoce, intervento, follow up.
- Di mantenere la certificazione Eusoma, garanzia della valorizzazione professionale.
- Di mantenere in sede il chirurgo plastico.
- Di mantenere un numero adeguato di posti letto.
- Di predisporre gli assetti organizzativi e di governance dell’unità operativa di senologia tali da assicurare tutti i risultati sopra indicati fin qui conseguiti in termini di eccellenza delle prestazioni erogate.
Poi spiega cosa è successo nel Consiglio comunale di ieri sera: “E’ inaccettabile il clima molto più che elettrico, purtroppo aggressivo e violento“, dice Gnassi. Si è trattata di una seduta “interrotta diverse volte”, con “insulti urlati più volte nei confronti del direttore generale Marcello Tonini, del sottoscritto e di alcuni consiglieri” e “persone allontanate dall’aula perché urlando e minacciando si avvicinavano ai relatori. E questo nonostante venissero confermati e rafforzati in una sede istituzionale gli impegni a favore del reparto di Senologia di Santarcangelo”.
Il sindaco chiarisce: “Io non ci sto a essere letteralmente aggredito alla fine di una seduta di quasi sei ore da una signora che, con a fianco un’altra donna, rivolgeva frasi ingiuriose come ‘Siete disgustosi. Disprezzate la sofferenza per interessi politici. Fate cose disumane. Uccidete la sanità. Calpestate i pazienti’. Queste sono le ‘frasi pacate’ rivoltemi da questa signora con toni concitati a fine seduta. Si possono avere idee diverse sulla riorganizzazione ma la salute non può essere esercizio di violenza e di strumentalizzazione”. E, se mi si permette, posso dire queste cose con cognizione di causa avendo avuto nella mia famiglia quasi tutte le persone a me care e entrambi i genitori portati via dal cancro”.
Infine punta il dito contro una nota dell’associazione Punto Rosa: “Sono riportate vere e proprie bugie sulle quali mi riservo di procedere a vie legali perché è del tutto falso che io abbia offeso o aggredito chicchessia; sono riportate frasi di intollerabile ingiuria e volgarità, come il disprezzo per la sofferenza ‘per ragioni politiche e disumane’”.
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