“Non ho mai venduto alcolici a bambini di 12 e 13 anni”. Si difende così, a La Nuova Ferrara, Maria Antonia G., la titolare del locale fatto chiudere dopo che una tredicenne è andata in coma, in settembre, per aver bevuto 18 shortini, in mini-drink alcolici venduti a un euro l’uno. Il caso è tornato d’attualità nei giorni scorsi dopo che la ragazza, in seguito alla denuncia della madre, è stata minacciata da anonimi sui social.
Nella nota diramata tramite il suo legale, la proprietaria spiega che “l’unica colpa è quella di non aver chiesto, occasionalmente, la carta di identità a tutti i clienti che mi chiedevano alcolici; essendo nel locale da sola, senza dipendenti, qualche volta può essere capitato, nelle serate affollate di non chiedere ad alcuni il documento di identità, fidandomi delle loro sembianze da sedicenni”.
In ogni caso, per la titolare, anche altri locali vendono i mini-drink a un euro: “Non accetto di essere io il capro espiatorio di questa situazione, nata da una denuncia che forse dovrebbe essere rivolta verso un sistema educativo che preferisce usare la sottoscritta invece che assumersi la propria parte di responsabilità”.
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