“OsteoporosiNograzie”. Questo il nome della pagina Facebook aperta dal dottor Gianfranco Pisano, che due volte al mese visita anche al Poliambulatorio Nuova Medicina di Cesenatico.
Tra i pazienti che segue per il problema dell’osteoporosi, una “situazione di rischio nella quale le ossa diventano fragili e si può andare incontro a fratture delle vertebre così come del femore, del polso o di altri parti”, ci sono soprattutto le donne.
“L’osteoporosi si può dividere in due grosse categorie – spiega Pisano-. quella primitiva, detta anche postmenopausale o senile e quella secondaria, legata ad altri problemi, come la celiachia, ma non solo”. La più frequente è la prima, che inizialmente si pensava fosse legata a una perdita ormonale ma che, si è ipotizzato di recente, potrebbe essere causata “dall’accumulo di sostanze tossiche dette ROS, specie reattive dell’ossigeno, che causano uno stress ossidativo”. Motivo per cui oggi è possibile proporre cure complementari, con le quali si può fermare la progressione della “malattia” senza ricorrere a farmaci di sintesi o, in alcuni casi, tornare indietro rispetto al suo avanzare.
“La paziente media è una donna – spiega Pisano – dai 45 ai 55 anni, che soffre in realtà di osteopenia, la fase iniziale dell’osteoporosi. Dai 55/60 anni in su, i casi aumentano molto. L’esordio del problema, negli uomini, viene riscontrato dieci anni in ritardo rispetto alle donne”.
La cura prevede la somministrazione di vitamina D e K2 ma anche di sostanze minerali come il boro e il silicio: “Se, invece, la situazione è grave, ricorriamo a bifosfonati o Denosumab, anticorpi monoclonali, senza effetti collaterali”.
Sbagliato, invece, dare la colpa alla carenza di calcio causata da un’assenza, nella dieta, di latte e derivati: “Il calcio si integra anche con acque che ne sono ricche, con i cavoli sia crudi che cotti, con le prugne che contengono flavonoidi. Mangiare latte e latticini è ininfluente, lo dicono gli studi: l’assunzione produce un’acidificazione del liquido interstiziale che, per essere tamponata, rende necessario il richiamo di calcio dalle ossa”.
Qualcosa si può fare, invece, con la diagnostica preventiva: “L’osteoporosi è silente, non dà sintomi particolari, se non di rado. L’esame consigliato, magari quando ci si avvicina all’età in cui di solito il problema insorge, è la MOC, sia con il densitometro sulle caviglie e alle falangi, che ad ultrasuoni sulle vertebre e il femore, grazie a una strumentazione nuova sperimentata dal Cnr e entrata in commercio da poco. Esiste anche una MOC radiologica, detta anche DEXA. Ma anche il Best Test sviluppato dall’Università di Trieste, che consente di fare un calcolo strutturale osseo. Senza contare, ovviamente, gli esami del sangue”.
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