Una nota per troppe parolacce: “E se ne avesse detta solo una?”

bambina arrabbiataOggi Michele ha preso una nota.
Per quale motivo?
Ha detto troppe parolacce.
Quindi se ne avesse detta una sola, non gliela avrebbero data la nota?
Forse gliela avrebbe data lo stesso la maestra. Però non l’ha fatto apposta a dirle.
In che senso?
Era ricreazione e noi stavamo giocando tutti assieme ad un gioco. Michele ha perso per tre volte di seguito e si è arrabbiato con Paolo.
Però, amore mio, un conto è arrabbiarsi perché si sta perdendo, un conto è dire le parolacce.
Anche tu le dici.
Io non le dico.
Sì, le dici anche tu quando ti arrabbi.
Direi proprio di no.
Invece sì, le dici spesso quando guidi.  Ma anche quando giochi a calcio e stai perdendo.
Allora non me ne sono accorto.
Forse non se n’è accorto nemmeno Michele.
Può darsi. Nel senso che non voleva dire delle brutte cose ad un amico ma voleva solo sfogare la frustrazione del momento.
Papà, mi sa che non sono molto amici.
Amore questo non lo giustifica, anzi. Quindi la nota è più che giusta. Le parolacce non si dicono.
Allora dobbiamo dare la nota anche a te, papà.
Va bene, sono d’accordo perché le parolacce non si dicono.
Si possono pensare?
Nemmeno. Almeno, meglio di no.
E quando divento grande?
Quando diventi grande sceglierai tu.
Le dirò solo se mi arrabbio. Però le penso già adesso.
Molto male, amore. Ma Michele che parolacce ha detto?
Iniziano per c e v. Ma non te le posso dire.
E perché?
Me lo hai detto tu che non posso.

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