Bimbi nel lettone, la scienza dice sì: “Bisogno primario”

Feet of a family sticking out from the quilt

Lettone sì, lettone no. La risposta all’annosa diatriba dei genitori di bimbi piccoli potrebbe essere affidata alla scienza. Ebbene sì, perché il co-sleeping è un bisogno dell’essere umano sotto i cinque anni (in realtà anche di alcuni primati non umani, come le scimmie). Non solo: dormire con mamma e papà è anche una consuetudine diffusa in tutti popoli del mondo. Lo scrive la rivista Uppa.

Solo in occidente l’abitudine è decaduta da qualche decennio, il che non significa che i bambini non ne abbiamo ancora l’esigenza. Per difendersi dai pericoli ambientali, infatti, i piccoli cercano il contatto fisico (fino ai 6-7 mesi) o, più avanti, la presenza accanto a sé di una figura di attaccamento. Quando il bambino, intorno ai nove mesi, si accorge che la madre è assente o distante prova una sensazione di ansia che può farlo piangere, perché non tollera facilmente di essere separato da sua madre. È in questo periodo che anche i bambini che dormivano molte ore consecutivamente iniziano a svegliarsi e a richiamare la madre col pianto cercando di ricongiungersi a lei.

Stessa cosa di giorno, quando il bimbo non supera una certa distanza da sua madre e ne controlla di tanto in tanto la vicinanza con lo sguardo.

Paradossalmente più al bambino piccolo verrà data la possibilità di stare vicino alla madre quando lo richiede, più sarà capace in seguito di stare da solo. Più verrà accolto il suo desiderio di dipendenza quando è piccolo, più facilmente diventerà, in seguito, autonomo.

 

E allora, lettone sia. Tanto, tra i 5 e i 10 anni, tutti imparano a dormire tranquillamente da soli.

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