Come si accoglie, a scuola, un bambino che ha vissuto l’esperienza della malattia oncologica ed ematologica? Gli insegnanti modenesi (dal nido alle superiori), sabato scorso hanno partecipato a un corso specifico organizzato dall’Università di Modena e dell’Ausl.
Monica Cellini, medico della Struttura complessa di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico, ha spiegato che “è decisivo favorire il dialogo tra insegnanti e operatori sanitari, permettendo agli insegnanti di avere le conoscenze di base delle patologie e risposte alle domande più frequenti sulla gestione in comunità, soprattutto dal punto di vista dell’accesso dei bambini, protezione dalle malattie infettive, bisogni speciali, vissuto psicologico”.
Il corso si è concentrato in particolare su temi caldi come l’entità del fenomeno, durata delle terapie, complicanze, normativa per la somministrazione delle terapie a scuola: “Quando il bambino può e non può frequentare la comunità? Quale può essere la relazione del bambino con gli adulti e con i coetanei? Come la terapia può rapportarsi al suo diritto alla continuità scolastica?”.
Al Policlinico di Modena sono circa 20/25 ogni anno i bambini che frequentano le scuole primarie e secondarie ricoverati nella Struttura complessa di Oncoematologia Pediatrica per periodi più o meno lunghi. Per permettere la continuità scolastica di questi bambini presso la struttura di Pediatra e Pediatria Oncologica del Policlinico sono presenti quattro insegnanti, grazie alla collaborazione con l’Istituto Comprensivo 6 di Modena con il Servizio 0/6 del Comune di Modena.
Nello Spazio Scuola e nello Spazio Incontro Marisa, Carla, Ivana e Francesca svolgono il loro servizio accogliendo i pazienti ed i loro genitori in un momento di grande difficoltà. Mantenere il progetto educativo è fonte di grande soddisfazione per le famiglie, diritto imprescindibile del bambino che viene garantito dal progetto regionale di istruzione domiciliare.
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