Il codice civile, quello penale, la toga, il pettine, le mentine per l’alito. E il vibratore. Il giovane praticante legale aveva messo tutto nella sua borsetta in vista dell’importante udienza al tribunale di Rimini. Il fatto è che l’oggetto di piacere non era la prova del reato e neanche un testimone a favore: trattasi precisamente di trastullo ad esclusivo uso privato.
Un pratica che però è diventata di dominio pubblico. Come racconta Rimini Today, lo stimato giureconsulto, che proviene da un altro foro legale, nei giorni scorsi è stato costretto a far passare la propria valigetta sotto lo scanner del Palazzo di Giustizia. I raggi X hanno individuato una strana forma e gli addetti alla sicurezza hanno voluto sincerarsi che non si trattasse di un’arma. Così l’uomo è stato colto in fallo, esattamente come, qualche tempo fa, un paio di donne prima di lui: un’avvocatessa e una segretaria. Poi uno si chiede perché la giustizia procede a rilento…
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