Centri estivi quasi inesistenti in agosto. Anche i Cre pubblici, gestiti il più delle volte dalle amministrazioni comunali, vanno in vacanza. Con il risultato che le famiglie che non hanno le ferie sono costrette a ricorrere ai privati.
Il problema, quest’anno, lo stanno sentendo in particolare nel territorio dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, in provincia di Ravenna. A fronte del fatto che i centri estivi comunali, per la fascia di età del nido e della scuola dell’infanzia (dunque fino ai sei anni) vanno avanti nel migliore dei casi fino al 5 agosto (ma molti hanno chiuso il 29 luglio), quest’anno le domande dei genitori sono arrivate inaspettatamente anche per il periodo dopo luglio. Lo conferma la dirigente del settore Welfare dell’Unione Carla Golfieri, che pur senza numeri alla mano – perché non esiste un sistema centralizzato delle iscrizioni – non nasconde l’esistenza del problema: “Anche nei privati la seconda e la terza settimana di agosto sono praticamente senza offerta. Storicamente è sempre venuta a mancare la disponibilità dei Cre per agosto e oggi, davanti alle famiglie che lo richiedono, non abbiamo di fatto una risposta”. Problema che quest’anno ha fatto il paio con un eccesso di domande per luglio, soprattutto per la fascia 6-11 anni.
E della mancata copertura di agosto si sono lamentati anche alcuni genitori di Faenza, dove i centri estivi comunali non esistono affatto. E dove, lo ammette lo stesso assessore alla Scuola Simona Sangiorgi, anche a livello privato i servizi che tengono aperto nel mese di agosto, per qualsiasi fascia di età, si contano sulle dita di una mano.
Molto migliore la situazione nel comune di Ravenna, dove agosto – nelle varie fasce d’età – è assicurato quasi per intero, anche se per le famiglie che necessitano del mese intero è in alcuni casi necessario cambiare sede, come avviene in particolare con il nido. Anche i privati, del resto, coprono l’estate dall’inizio alla fine, settembre incluso.
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