baby sitter, bimbo mammaAnche in Italia, seguendo un trend già diffuso in tutto il mondo, cresce sempre di più la cultura della condivisione, o sharing economy: il fenomeno non riguarda più solo i settori più conosciuti (case, automobili e bicilette), ma è esteso anche a settori inerenti, per esempio, alla famiglia.

Sitter-Italia, sito dedicato ad aiutare i genitori a trovare la baby sitter più adatta a loro, ha condotto un’indagine che sembra confermare come anche nel nostro paese la condivisione sia la risposta scelta sempre più dalle famiglie di fronte alle sfide della crisi, promuovendo forme di consumo più consapevoli. Il Baby Sitter Sharing è una di queste, e più di una famiglia italiana su tre ritiene che sia una formula vincente. I genitori possono suddividersi le spese per l’assistenza dei bambini, risparmiando una somma considerevole. Al tempo stesso la condivisione consente alla baby sitter di poter chiedere un compenso proporzionalmente più alto, premiando così la responsabilità e la professionalità.

D’altra parte, nonostante le resistenze degli italiani che restano estremamente conservatori, il 62% degli italiani intervistati da Altroconsumo nell’ambito dello studio internazionale “Collaboration or Business? Collaborative consumption: unlocking its real value for the users” ha partecipato almeno una volta a esperienze di condivisione, diventando soggetto attivo della sharing economy. Tra chi ha dichiarato un’esperienza recente, il 70% si dice molto soddisfatto; percentuale che sale al 77% quando l’interazione è online.

Dal canto suo Sitter Italia, attraverso l’ultimo questionario svolto su un campione di oltre 450 genitori selezionati all’interno dei paesi europei in cui è presente del gruppo, conferma la tendenza, sempre più crescente, del voler provare la formula del “baby sitter sharing”.

Lo spaccato europeo vede al primo posto la Norvegia: addirittura il 41% dei genitori trova naturale condividere con altre famiglie la baby sitter, risultando il paese più incline ad aderire alla formula del “baby sitter sharing”. In Finlandia e Danimarca la percentuale si mantiene allo stesso modo alta (37,50%). Al terzo posto troviamo sorprendentemente l’Italia: addirittura il 34% sarebbe disposto a pagare leggermente di più la baby sitter, lasciando spazio alla possibilità di prendere in considerazione formule più vantaggiose quali il baby sitter sharing. A seguireS pagna (30%) e Olanda (29%) con le percentuali più basse.