Nei primi vent’anni della loro vita, bambini e ragazzi assorbono l’80% delle radiazioni solari dell’intera esistenza. Ma le scottature causate dal troppo sole prese da piccoli rappresentano il principale fattore di rischio per il melanoma da adulti.
A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, è stato l’evento “Management del paziente con melanoma dalla ricerca alla terapia” organizzato a Roma dall’Intergruppo Melanoma Italiano (Imi), associazione che riunisce 350 esperti impegnati nello studio, la prevenzione e la cura di un tumore sempre più diffuso, anche tra i giovani. “La pelle è in grado di memorizzare il danno ricevuto dalle scottature solari accumulate durante l’infanzia – ha detto la presidente Paola Queirolo – e può così innescare il processo patologico anche a diversi anni di distanza”.
Massima allerta per i bimbi sotto l’anno di età: “Non vanno esposti al sole”.
Per sensibilizzare i bambini sulla prevenzione, prosegue la campagna “Il sole per amico”, avviata lo scorso anno nelle scuole primarie di sette regioni italiane, condotta in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, l’Associazione Oncologia Medica (Aiom) e con il patrocinio del Ministero della Salute. Attraverso videoclip, cartoni animati, fumetti e giochi gli scolari apprendono le regole da non dimenticare: non esporsi nelle ore centrali del giorno, mettere sempre la crema ma ricordare che nessuna scherma al 100%, indossare indumenti adatti perché il cotone non è un filtro contro i raggi ultravioletti, ricordare che l’acqua del mare non protegge e che anche in montagna ci si scotta.
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