neonato“Vogliamo solo vivere in pace”. Nichi Vendola, papà dallo scorso febbraio del piccolo Tobia, nato grazie alla gestazione per altri (in gergo, madre surrogata) dalla relazione con il compagno cadanese Ed Testa, padre biologico del piccolo, è ancora a Montréal. Come ha raccontato a La Repubblica, alla fine del mese la famiglia arriverà in Italia dove Vendola non permetterà al figlio “che il mondo gli diventi ostile appena tenterà di entrarvi”.

La scelta di diventare papà insieme al compagno di una vita, che ha scatenato feroci polemiche da ogni parte, Vendola la smorza dicendo che “io e Ed non vogliamo fare i testimonial di una battaglia di civiltà” e che con il compagno non permetterà che “il corpo di nostro figlio diventi una bandiera dei diritti civili”.

Vendola ha anche ammesso che il percorso psicologico ed emotivo prima della paternità è stato lungo: “Prima di decidere, noi abbiamo frequentato molto le famiglie arcobaleno. Avevo i dubbi della mia generazione. Ma è la realtà che ci ha mostrato la strada. La gestazione per altri è la risposta della scienza al bisogno di famiglia, è una difesa della famiglia, che va protetta dalla violenza contro le donne, dal femminicidio, dalla sordida prepotenza domestica, non dalla scienza”.

Il Canada, per ora, è il porto sicuro: “Montréal è la città dei diritti”. Dove, forse, la famiglia resterà. Vendola chiederà l’adozione di Tobia in Italia: “Molti tribunali la concedono, e si aspetta in questi giorni una sentenza della Cassazione”.