parto in acqua, gravidanza Un colloquio e uno screening, entrambi gratuiti, per individuare, prevenire e trattare la depressione post-parto. Li organizza la psicologa e psicoterapeuta Patrizia De Lio il 7 maggio – giornata mondiale per la salute mentale materna – a Castel Giovanni (in provincia di Piacenza) all’interno del Centro Psiche. Un’occasione offerta alle gravide e alle mamme del territorio (fino a Monza) anche nelle settimane successive all’evento, durante il quale verrà lanciato il progetto Gemma dell’associazione SinergicaMente (di cui la psicologa è presidente): un progetto che non mira solo ad informare e prevenire ma anche a sostenere nel concreto le donne che vivono il disturbo.

“Sono dieci anni che mi occupo di depressione post-parto – spiega De Lio – e al di là delle singole diversità, ci sono fattori ricorrenti, anche perché esistono fattori di rischio comuni. Le mamme che ne soffrono vivono una solitudine familiare e sociale forte, spesso hanno alle spalle storie di depressione (non necessariamente post-parto) in famiglia. L’età, invece, non pare essere determinante: le giovanissime in teoria sono più esposte ma oggi l’età alla quale si fa il primo figlio si è spostata in avanti, quindi il discorso anagrafico è da escludere”.

Uno dei problemi correlati è che la depressione post-parto, che secondo De Lio è già individuabile intorno al sesto mese di gravidanza (“ecco perché oggi si preferisce parlare di perinatalità”), è ancora un argomento tabù: “Viviamo in una società che vede nella maternità la massima realizzazione ed espressione della donna, intorno alla quale si crea un’aspettativa sociale molto elevata, che però non trova riscontro nella realtà. Le mamme fanno fatica a dire che soffrono, perché l’ambiente intorno è estremamente giudicante, anche all’interno della famiglia e della cerchia delle amiche. E arrivano da noi psicologi con un terribile vissuto di colpa”.

Anche De Lio è mamma e sa quanti pensieri negativi si facciano a volte intorno al proprio figlio: “Ho un bambino di tre anni. Anche a me è capitato di pensare che non lo sopportavo. O che sarei stata meglio senza. Ma grazie alla mia preparazione professionale, ho imparato ad accettare questi pensieri. Mia madre ha sofferto di depressione post-parto, di questi argomenti sento parlare da anni e ci lavoro da una vita. Purtroppo le mamme si trincerano dietro sorrisi finti. Poi, a casa, piangono“.

Estremamente variabile è il tempo di recupero delle donne: “Difficile generalizzare, anche perché in quasi la totalità dei casi, la depressione post parto si inserisce in un quadro clinico complesso, composto da altre problematiche. Se dovessi dare una stima direi che con un approccio corretto e un terapeuta valido, dopo sei mesi si può raggiungere un buon livello di benessere. Ma per uscirne davvero, serve circa un anno e mezzo“.

Certo è che le mamme capita che non si facciano seguire perché non hanno le possibilità economiche di farlo: “Al centro Psiche non a caso applichiamo tariffe low cost. Il Centro ascolto mamme (CAM) di cui sono responsabile all’ospedale San Gerardo di Monza, invece, è totalmente gratuito. Sostenere la donna significa anche offrirle un’alata accessibilità ai servizi: è una delle missioni dell’associazione Panda Onlus, con cui collaboro dal 2008″.