cameriera canadese tacchi“Una politica aziendale sessista, arcaica e totalmente disgustosa”. La rivincita di una cameriera sui datori di lavoro passa da Facebook. La ragazza, Nicola Gavins, lavora al Joey Restaurants di Edmonton, in Canada, ed ha pubblicato un post di denuncia con la foto dei propri piedi a fine turno. La ragazza ha spiegato che è costretta a lavorare indossando i tacchi e che per questo ha già perso un’unghia ed ha continui sanguinamenti. A nulla sono valse le proteste col responsabile di sala: le cameriere devono indossare scarpe con i tacchi.

Nicola ha anche spiegato che “il personale femminile è tenuto ad acquistare una divisa che costa 30 dollari mentre quello maschile può vestirsi di nero con abiti del proprio armadio”. In breve tempo il post ha fatto decine di migliaia di condivisioni e il locale deve avere avuto qualche ‘problemino’ di immagine…

Il caso fa il paio con quello di Nicola Thorp, 27enne inglese che, come raccontano i media anglosassoni, è stata rimandata a casa il suo primo giorno di lavoro. La ragazza era stata assunta come receptionist nell’azienda PricewaterhouseCoopers, colosso che fornisce consulenza fiscale in tutto il mondo, ma quando si è presentata con le scarpe basse le è stato chiesto un tacco di almeno 10 centimetri. Nicola allora ha cercato giustizia e si è rivolta ad un’associazione che si occupa di tutela dei diritti dei lavoratori. Invano perché l’imposizione della scarpa col tacco e l’abbigliamento formale (de gustibus…) sembra proprio che rientrino nei ‘diritti’ delle aziende. Sconsolata, non le è rimasto che portare il suo caso a conoscenza dell’opinione pubblica e chiedere una svolta: “E’ ora di cambiare”. Così la giovane ha deciso di fare partire una petizione al Parlamento britannico per far modificare la normativa del settore.