Pippi, bambini sempre meno allontanati dalle famiglie

Pippi comincia a diventare grande e a camminare con le sue gambe. Anche l’Europa guarda al Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione come a una buona pratica e, tra le 19 regioni italiane in cui è in corso la sperimentazione di questo progetto, l’Emilia-Romagna viene considerata quella più pronta per andare verso una messa a regime di Pippi.

Se n’è parlato nel seminario organizzato dalla Regione l’11 aprile, durante il quale si è fatto un bilancio delle prime tre fasi del progetto che mira a un approccio intensivo e flessibile, ma allo stesso tempo strutturato, di presa in carico dell’intero nucleo familiare con un figlio che manifesta disagio, in modo da ridurre significativamente i rischi di allontanamento del bambino.

affido, adozioneIl programma Pippi oggi coinvolge 56 ambiti in tutta Italia per un totale di 1500 famiglie. Nella nostra regione il progetto ha coinvolto gli ambiti territoriali della provincia di Bologna e gli ambiti distrettuali di Modena, Reggio Emilia e Forlì e i rispettivi referenti hanno esposto l’andamento del progetto nel proprio territorio.

In Emilia-Romagna c’è un più alto numero di famiglie con monogenitore solo (41%) all’interno del programma Pippi rispetto ad altre regioni. C’è anche un più alto numero di famiglie straniere prese in carico in confronto al dato nazionale. Inoltre sono risultati più elevati i fattori di rischio riconducibili all’area famigliare, pertanto sono state prese in carico famiglie a rischio piuttosto elevato.

Le famiglie prese in carico dai servizi sociosanitari per problemi manifestati dai bambini hanno spesso anche un disagio economico e/o lavorativo: “In molte di queste famiglie – ha spiegato la professoressa Paola Milani dell’Università di Parma, coordinatrice scientifica del programma nazionale Pippi – non lavora nessuno dei due genitori. Questo dato conferma che il sostegno, per giovare, deve operare anche sotto il profilo dell’educazione e del reddito perché in molti nuclei familiari a un problema di negligenza nei confronti dei bambini si somma un problema di povertà. A tal fine, per il periodo necessario alla famiglia per risolvere i propri problemi, potrà contribuire il reddito di solidarietà che la Regione si appresta a varare”.

“Visti i risultati delle prime tre fasi – ha commentato la dirigente della Direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali del Ministero Adriana Ciampal’Emilia-Romagna può essere la regione in cui passare dalla sperimentazione a una messa a regime del progetto Pippi“.

 

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