Lui mi tradisce, io lo inchiodo con le prove e ottengo la separazione con addebito a suo carico. Un pensiero che è venuto a più di una donna ma tra il dire e il fare c’è di mezzo… la legge. Una recente sentenza del tribunale di Milano, così come riportata dallo studio Cataldi, portale di informazione giuridica, fa un po’ di chiarezza in materia e stabilisce che le foto che mostrano chiaramente la relazione extraconiugale del marito, se non contestate in punto di fatto, fanno piena prova dell’adulterio, senza bisogno di ulteriori indagini o prove testimoniali.
La moglie aveva prodotto le foto in aula con il marito ritratto nell’atto del tradimento grazie ad un investigatore privato assoldato proprio per questo scopo. L’uomo aveva contestato un vizio di forma, la mancata prova dell’autorizzazione prefettizia dell’agenzia investigativa, ma ha perso la causa e quindi il giudice ha stabilito l’addebito della seperazione esclusivamente a suo carico.
In casi analoghi il portale di informazione e consulenza legale “La legge per tutti” spiega come comportarsi. La migliore strategia è procurarsi una prove documentale (scrittura privata o atto pubblico). Il massimo sarebbe una “lettera di ammissione del tradimento, firmata dal coniuge infedele”, mentre “non è una prova documentale una fotocopia o un’email semplice (non certificata); non lo è neanche la stampa di una chat, un sms o una fotografia. Per questi ultimi si parla, infatti, di cosiddette ‘riproduzioni meccaniche’ che hanno valore di prova solo se non contestate dalla controparte”.
Quanto a mail, sms, chat e conversazioni sui social come Facebook, rendono noto gli esperti legali “l’eventuale stampa su carta di quanto appare a video può essere sempre contestata dalla controparte, ma se ciò non avviene tali documenti acquisiscono piena prova”.
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