Valeria, quattro lauree e cinque figli: “Ma se vivi da circense ti guardano storto”

Valeria Volpe con i figli Davide, Alessandro, Arianna e Gabriele
Valeria Volpe con i figli Davide, Alessandro, Arianna e Gabriele

Un travaglio durante una convention di giocoleria in Germania. Mesi e mesi a vivere in un camper con la famiglia per riuscire a prendere la quarta laurea in Scienze e tecniche del teatro, a Venezia. La fatica di essere, per i figli, non sono la mamma, ma anche il “capo”. Valeria Volpe, 52 anni, originaria di Salerno, è stata insieme al compagno Massimo Campagna e ai loro ragazzi la protagonista, insieme a me e alla mia famiglia, della prima puntata di “Chiedi a papà”, il nuovo docu-reality prodotto da Indigo Film e 21 per Rai Tre, dove le mamme vengono spedite cinque giorni in vacanza e i papà restano a casa ad arrangiarsi.

Valeria e i “suoi” hanno conquistato molte persone, soprattutto sui social, per il loro modo di vivere del tutto fuori dal comune. Già mamma di Francesco, 27 anni, avuto da una precedente relazione, Valeria ha dato vita diversi anni fa a “Circo Famigliagroup”: insieme a Massimo e ai loro figli Davide (19 anni), Gabriele (17), Alessandro (15) e Arianna (12) gira l’Italia – soprattutto al Nord – per fare spettacoli circensi, di trasformismo, clown e giocoleria. Residenti a Ospedaletto, in provincia di Padova, i sei hanno però sempre condotto una vita errante e poco canonica ma di una ricchezza culturale estrema: “I miei figli, fin dalla nascita, sono stati abituati a vedere spettacoli, se non a farne parte. A venti giorni di vita Davide era già sul palco, nella carrozzina, mentre cantavo. A cinque mesi aveva una parte come figlio del conte in una ‘pulcinellata’. Gabriele è stato allattato in scena. Alessandro e Arianna hanno interpretato i miei figli in una scena in cui facevo la zingara al mercato”.

Laureata in Lingue, Filosofia, Pedagogia e Teatro, per la figlia più piccola Valeria ha scelto l’home-schooling: “Le faccio io da insegnante, lavoro che tra l’altro ho già svolto in passato nella scuola tradizionale: è stata mia figlia a insistere per fare questa esperienza e siamo molto soddisfatte entrambe. Alessandro e Gabriele frequentano il liceo artistico mentre Davide, che si è diplomato al linguistico, ha raggiunto Francesco a Torino per frequentare la scuola di Cirko Vertigo”. Non solo. Tutti studiano al conservatorio: chi arpa, chi canto, chi piano, chi corno francese. “Non c’è stata mai alcuna imposizione di tipo professionale sui ragazzi – spiega Valeria – ma il fatto di essere nati e cresciuti in un ambiente artistico ha sviluppato in loro la passione. Sono tutti intenzionati a proseguire su questa strada”.

La famiglia Campagna al completo
La famiglia Campagna al completo

Non è facile, d’altro canto, passare così tanto tempo insieme per prove e spettacoli: “Ognuno dei miei figli è esperto in una disciplina. Tutti, in generale, sono trasformisti e acrobati. Massimo è anche prestigiatore e musicista, mentre io mi occupo dei costumi, della regia, dell’organizzazione. Un ruolo non semplice: quando sul lavoro si ha così tanta confidenza e familiarità, non è sempre semplice farsi rispettare. Ma se prima di esibirci ci arrabbiamo e litighiamo come matti, sul palco i conflitti si estinguono e si viene sempre a creare un’atmosfera magica e perfetta“. Del resto questa è la vita che Valeria ha scelto, con tutte le incredibili meraviglie del caso: “Ne abbiamo sempre fatte e vissute di tutti i colori. Quando ero alla fine della gravidanza di Alessandro, siamo partiti in camper per la Germania, dove era in programma una convention di giocoleria. Le contrazioni sono iniziate lì. A poche ore dal parto, in ospedale, ho firmato le dimissioni e sono tornata alla convention con il bambino. Dopo poco, siamo rientrati in Italia”. Anche Gabriele è nato ‘fuori’: stavamo rientrando dalla Scozia, diretti al festival dei buskers di Ferrara quando è iniziato il travaglio. Abbiamo fatto tappa a Verona e lì è nato. Poi siamo andati lo stesso al festival: almeno sono riuscita a esibirmi nell’ultima giornata”.

Valeria ne è convinta: “I bambini, così liberi, crescono meglio. Imparano la condivisione e il rispetto. Molti contestano il fatto che questo stile di vita non prevede regole: non è vero, le regole esistono ma sono flessibili e adattabili. Vivendo così, poi, per una mamma ci sono meno frustrazioni per avere dovuto rinunciare a spazi di emancipazione e libertà”. Peccato che la gente, come sempre di fronte alle esperienze diverse, giudichi: “In passato ci siamo sentiti dire di tutto: che sfruttavamo minori, che non mandavamo i figli a scuola, che Arianna è una vittima perché fa fachirismo o cammina sui vetri”. Pregiudizi che, però, negli ultimi tempi sono scemati: “Io credo che vederci così uniti piaccia e sia una vera forza, soprattutto in un periodo come quello attuale, in cui la famiglia è in crisi”.

E poi, in fondo, tra uno spettacolo e l’altro (Alessandro e Davide hanno avuto anche una parte nel film “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone), certe dinamiche funzionano come a casa di tutti: “Siamo tutti vegetariani, tranne Massimo, che è l’addetto alla cucina e ai pasti. Ma anche ai lavori più sporchi, come la pulizia del bagno del camper. Io mi occupo di tutto il resto. Con un po’ di aiuto da parte dei figli, quando ne hanno voglia”.

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