Un intervento eccezionale. Anzi due: il primo fatto sul feto, il secondo a dieci giorni di vita. Così è stata salvata una bambina a Milano che aveva un tumore benigno sotto lo sterno grande più del doppio del suo cuore. La massa premeva sul cuore stesso, sui polmoni e sulla trachea e rischiava di uccidere la piccola. Le operazioni sono state eseguite all’ospedale Maggiore Policlinico del capoluogo lombardo grazie alla placenta e al cordone ombelicale, sfruttati come una sorta di ‘circolazione extracorporea’.
Il primo intervento è stato eseguito a otto mesi di gravidanza con la tecnica della laserterpia da parte di Nicola Persico, chirurgo fetale del Policlinico di Milano. Il secondo, quello in cui il tumore è stato rimosso, lo ha condotto il 3 novembre Ernesto Leva, responsabile della Chirurgia pediatrica dell’ospedale milanese, con la collaborazione di Giuseppe Pomé, del Policlinico San Donato, esperto di cardiochirurgia neonatale e pediatrica. E’ stata utilizzata una procedura denominata Exit la quale che consiste nell’estrarre soltanto parzialmente il neonato dall’utero durante il parto cesareo e nell’intubarlo. Un perfetto lavoro di equipe: a vario titolo sono stati coinvolti anestesisti, infermieri, neonatologi, cardiologi e radiologi. Nel dettaglio, la piccola era affetta da una massa mediastinica intrapericardica che consisteva in una forma tumorale benigna chiamata ‘teratoma a componente mista solida-cistica’. Una rarità. La bambina, nata il 23 ottobre, adesso sta bene e a breve lascerà la fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano dove è ricoverata. Da oggi, assicurano i medici, la attende una vita normale.
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