
Raffineria perché ricorda la storia della Darsena, 42 perché è un numero caro ai geek e ai nerd e perché è il numero civico in cui, in via Zara, ha da poco aperto. Fatto sta che a Ravenna, a pochi metri dal Candiano, è nato uno dei primi spazi di coworking in cui i free lance o le piccole imprese possono trovare una scrivania, una sala riunioni, una macchina per il caffè. Si chiama, appunto, Raffineria 42.
L’idea è venuta a Marianna Panebarco, general manager della Panebarco & Co., dopo aver saputo che un’amica imprenditrice del settore immobiliare, Antonella Fusari, aveva un ufficio con alcuni spazi liberi in Darsena. A loro si sono unite la sorella di Marianna, Camilla, e Lidia Marongiu, fondatrice di G&M Network. Tre sono anche mamme.
Non a caso Marianna Panebarco, che ha due bambini di sette e tre anni e che al tema conciliazione ha sempre tenuto parecchio, quando pensa al coworking lo fa con un occhio di riguardo alle donne, magari con figli. Quelle che lavorano free lance e che spesso, però, si ritagliano una sorta d’ufficio in casa, senza la possibilità di fare riunioni in uno spazio dedicato, di condividere chiacchiere e idee con i colleghi, e senza lo slancio che, pur tra i numerosi salti mortali, c’è nel semplice gesto di alzarsi la mattina, vestirsi, truccarsi, accompagnare i figli a scuola e atterrare finalmente in ufficio.

Le possibilità di far parte di Raffineria 42 sono diverse: “Abbiamo a disposizione quattro uffici, di cui uno ancora libero e un open space pensato più per i lavoratori ‘nomadi’, che magari hanno bisogno solo di qualche giorno alla settimana. Il tutto è corredato da un ingresso, una reception, una sala riunioni. Non si tratta di un coworking alla milanese, dove gli spazi sono gestiti in maniera più fluida e intercambiabile: in una realtà come Ravenna, dove ancora manca la cultura dei free lance che condividono l’ufficio, bisogna andare per gradi. Quello che stiamo cercando di fare a Raffineria 42 è creare una nostra community abbastanza stabile da gestire”. Anche Marianna Panebarco si è presa una fetta del coworking di via Zara: “Lo uso per incontrare clienti e fare telefonate, mi sento più libera e autonoma”.
Secondo l’indagine di My Cowo, la regione Emilia-Romagna è terza in Italia, dopo Lombardia e Veneto, per numero di coworking. A usufruirne, sono per il 62% gli uomini e per il restante 38% le donne. “Le statistiche – continua Panebarco – dicono che i lavoratori e le lavoratrici free lance sono destinati a crescere nei prossimi anni. Il che ci spinge a pensare che progettare spazi di questo tipo sia il futuro. Sognando a occhi aperti, è bello pensare che anche a Raffineria 42 possa esserci un giorno uno spazio bimbi, come succede da Kilowatt a Bologna. Ma vorrei che prima si diffondesse la cultura di questo nuovo modo di lavorare”.
A partire dall’inizio dell’anno nuovo, nel coworking di via Zara partiranno anche una serie di undici appuntamenti che Marianna Panebarco definisce “pillole formative”. Un primo esperimento dedicato a come fare spazio sulla scrivania è stato organizzato con Sabrina Toscani, autrice di “Fare ordine”.
www.raffineria42.it
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