Per i bimbi con difficoltà cognitive arriva un nuovo Pinocchio di mamma Raffaella

12 (1)Pinocchio è il suo libro preferito. E poi Carlo, suo figlio grande, assomiglia così tanto a Lucignolo. Senza contare che “Pinocchio in rima”, che ha scritto per i bambini affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa), ha avuto molto successo. Anche tra gli adulti, sì, perché non è mica detto che la diagnosi di dislessia venga fatta in età scolare. L’illustratrice faentina Raffaella Di Vaio, questa volta, ha pensato ai bambini con difficoltà cognitive: quelli per i quali scrivere o parlare non è cosa scontata, quelli per i quali anche la semplice azione di leggere una storia diventa un’operazione delle più complicate.

“Pinocchio in CAA” (Homeless Book) dove CAA sta per comunicazione aumentativa alternativa, verrà presentato domani alle 10 alla Biblioteca Manfrediana di Faenza nell’ambito del festival “Fare leggere tutti” che quest’anno ha puntato proprio a chi, per i problemi più vari, ha difficoltà ad accedere a un testo: “A chiedermi di lanciarmi in questa nuova avventura – spiega Di Vaio – è stata proprio l’organizzatrice della rassegna Rosanna Pasi, che era rimasta entusiasta della mia precedente pubblicazione”.

09Il nuovo Pinocchio è composto da 15 illustrazioni a colori semplificate, corredate da testi a loro volta scarnificati, dove le frasi non sono più lunghe di dieci parole: “Ho messo solo gli elementi essenziali, senza però che il libro perda d’impatto. Scrivere per tutti è facile, è ora di mettere avanti chi è rimasto indietro. Mi piace l’idea che Pinocchio diventi universale e raggiunga i bambini e i grandi che, diversamente, non lo potrebbero conoscere né apprezzare. Mi piace pensare, allo stesso tempo, che i bambini più piccoli, quelli che ancora non sanno leggere, possano divertirsi a raccontarselo da sé: la comunicazione aumentativa alternativa serve anche a questo, a unire”.

L’illustratrice, per apprenderne logiche e meccanismi, ha dovuto rimboccarsi le maniche e mettersi a studiare: “Mi sono documentata sui siti italiani e stranieri, scoprendone tutte le potenzialità e l’efficacia. Del resto, il lavoro di semplificazione, lo facevo anche parecchi anni fa, quando insegnavo grafica pubblicitaria e marketing a scuola. Allora, di Dsa, mica si parlava: ma quando riscontravo nei miei studenti difficoltà nella lettura e nella scrittura, creavo delle piccole dispense con i riassunti facilitati di quello che avevo spiegato o che avevo dato da studiare”.
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E sulla forza del metodo ci ha illuminati di recente anche Daniela Casotti Minardi, una mamma di Faenza il cui bambino, Domenico, che è affetto dalla sindrome di Cornelia De Lange, riesce a leggere solo grazie alla CAA.

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