Nel 61% delle scuole italiane, almeno un alunno ha un allergia che lo mette a rischio di reazione grave, come lo shock anafilattico. Il dato, come scrive Ansa Salute, è emerso al congresso nazionale AAITO – Associazione allergologi immunologi territoriali ospedalieri che nei giorni scorsi, a Bergamo, ha lanciato l’allarme. Perché in Italia, tra i banchi, non esistono regole per gestire l’anafilassi.
La maggior parte delle reazioni è legata al consumo di latte vaccino, uova, soia, grano, arachidi, noci e frutta a guscio, pesce e molluschi. Come spiegato al convegno, negli ultimi dieci anni le allergie nei bambini da zero a quindici volte sono aumentate di sette volte.
Ma la scuola, stando agli esperti, non è preparata: manca infatti una normativa precisa per la gestione sia ordinaria (nel quotidiano) sia straordinaria (in caso di emergenza e reazione anafilattica) dei bambini allergici.
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