Sezione “ghetto” alla materna, genitori in protesta. Il dirigente: “Emergenza”

in Emilia Romagna straniero più di un neonato su quattro

I genitori no, non hanno gradito. C’è chi ha preso appuntamento con la direzione per chiarire la cosa. E c’è persino chi ha deciso di ritirare il proprio bambino che avrebbe dovuto iniziare l’inserimento a giorni. Alla scuola dell’infanzia statale Landoni di Ravenna – che fa parte dell’Istituto comprensivo Guido Novello – all’inizio del mese si è deciso di aggiungere una terza sezione alla due esistenti. Sezione nella quale sono convogliati parecchi stranieri. Troppi, secondo molte delle famiglie che gravitano intorno alla scuola. Quando la sezione è stata formata, infatti, su sedici bimbi solo sei erano gli italiani. Numeri che sono leggermente cambiati in questi giorni: al momento la classe vede quattro italiani e otto stranieri.

Una mamma (che manterremo anonima) l’ha presa male: favorevole come non mai all’integrazione, ha visto nella sezione – “ghetto” un tentativo pasticciato di emarginare ancora di più i bambini che parlano altre lingue: “Io non vedo davvero la valenza pedagogica di una classe così disomogenea. I tanti bambini stranieri potevano essere distribuiti nella altre due sezioni, a vantaggio di tutti. Credo che questa situazione vada soprattutto a sfavore delle famiglie straniere, che probabilmente non hanno nemmeno gli strumenti per protestare”. La mamma in questione, il proprio bimbo, l’ha ritirato, forte anche del fatto che era stato ammesso anche in un’altra materna statale: “Ho perso davvero fiducia nell’istituzione Landoni, che di primo acchito mi era sembrata seria e di valore. La vicepreside mi ha spiegato che il criterio di formazione è stata la lista d’attesa: criterio del tutto inopportuno e insensato”.

Gennaro Zinno, dirigente scolastico dell’istituto Guido Novello, alza però le braccia: “Questa vicenda rappresenta un’emergenza. La terza sezione, che rientra nell’organico di fatto e non di diritto, è stata attivata per rispondere alla lista d’attesa non solo nostra, ma delle scuole dell’infanzia di altri istituti e di quelle comunali: un centinaio di bambini in tutto rimasti fuori e dei quali noi, ovviamente, potremo accontentare solo una parte”. La sezione “terza” è destinata dunque, anche in corso d’anno, ad accogliere nuovi bambini. Un caso-limite di fronte al quale ogni regola vale quel che può: “Chiaro che, in questo caso specifico, le quote di stranieri ammissibili non riusciamo a rispettarle, anche perché non possiamo sconvolgere l’equilibrio delle altre due classi. Allo stesso modo, non vado certo a chiedere il passaporto a chi entra”. A settembre 2016, assicura il preside, la situazione tornerà nella norma.

Stando alle normative, in ogni caso, tutto regolare. La Regione Emilia-Romagna, per quest’anno scolastico, ha deciso infatti di derogare al tetto imposto dal ministro Gelmini quattro anni fa, quel 30% per cento di bimbi stranieri ammissibili, al massimo, per classe. Certe volte, questa la motivazione, è impossibile rispettare il limite: “C’è un altro elemento da aggiungere – precisa poi Zinno -. Quattro dei bambini stranieri della terza sezione sono in realtà nati in Italia. E considerati, quindi, a tutti gli effetti italiani”.

Ma i genitori, anche davanti alle spiegazioni, sono rimasti perplessi. Come la mamma di un bimbo italiano che compirà tre anni in dicembre e nella sezione è, quindi, tra i più piccoli: “Io sono costretta a lasciare mio figlio alla Landoni perché non è stato ammesso da nessuna altra parte. Ma sono sicura che sarà svantaggiato: di fronte a così tante lingue diverse e a bimbi che non sanno una parola d’italiano, con chi e come si relazionerà? La mia preoccupazione riguarda anche i mesi a venire: il dirigente ha detto che attingerà alla lista a prescindere dalla nazionalità. E se arrivano dieci cinesi? Siamo sicuri che sia un arricchimento?”. Non ne fa una questione di razzismo, la mamma in questione: “Una sezione così formata non è un bene per nessuno. E vedere che, nella stessa scuola, le altre due classi sono state composte con altri criteri, fa rabbia. Mi hanno garantito che i bambini della sezione di mio figlio faranno alcune attività insieme agli altri ma non credo che la sostanza dei fatti cambierà di molto”.

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Commenti:

  1. Buongiorno Silvia, sono la mamma di una bimba di tre anni, che a settembre doveva iniziare la materna all’Arcobaleno dei bimbi (istituto statale), ma mi sono trovata nella stessa condizione della mamma dell’articolo, ovvero alla riunione generale del 10 settembre, mi sono resa conto che la classe di mia figlia contava più bambini stranieri che italiani e le insegnanti, forse legato anche al problema della lingua, dopo un’ora e 10 di riunione stavano letteralmente uscendo fuori di testa. Il comune mi dice che non c’entra nulla e la scuola media Mario montanari mi dicono solo che le cose stanno cosi. Non è giusto, io troverò il modo di poter pagare la scuola privata dove il 14 settembre ho iscritto mia figlia, ma ribadiscono che non è giusto!!!!!!

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