L’apertura serale e notturna dei nidi è davvero ciò di cui mamme e bambini di oggi hanno bisogno? Orari più lunghi e flessibili dei servizi sono la risposta corretta alla sempre maggiore flessibilità degli orari di lavoro? Esiste la possibilità di venire incontro a queste esigenze in modo diverso e partecipato? Queste domande saranno al centro del dibattito “Nidi di notte?” organizzato dall’associazione BolognaNidi. L’appuntamento è per sabato 26 settembre, dalle 9.30 alle 13 alla sala Marco Biagi del Quartiere Santo Stefano in via Santo Stefano 119. Al convegno interverranno, tra gli altri, la pedagogista Vanessa Niri, la presidentessa dell’Adi Alessandra Cenerini e Sonia Sovilla della segreteria confederale di Cgil. Ampio spazio sarà dato alle domande del pubblico e alle esperienze di educatrici e genitori. I bambini saranno accolti in un piccolo spazio a loro dedicato. Il dibattito introdotto dalla giornalista e presidentessa di BolognaNidi, Maria Laura Branca, sarà moderato dal giornalista Alessandro Somaruga.
Ma perché discutere di “Nidi di Notte”? Ad aprile apriva i battenti a Roma il primo nido che avrebbe ospitato i bambini anche la notte. Pochi mesi dopo a Bologna arrivava sulle pagine dei giornali la discussione intorno alla possibilità di ampliare gli orari e i periodi d’apertura dei servizi dedicati alla prima infanzia.
Il dibattito in realtà esiste da tempo: i servizi tradizionali sembrano non rispondere alle nuove esigenze di conciliare lavoro e famiglia delle mamme e dei papà alle prese con un mondo del lavoro sempre più flessibile. Occorre dunque trovare nuove soluzioni. In Emilia Romagna esistono città come Rimini che da tempo offrono orari e calendari flessibili. Inoltre in molte città, dalla Puglia al Friuli si stanno sperimentando nuove formule e nuovi servizi: dall’asilo aperto h 24 a quello che nel cuore della notte accoglie i figli delle lavoratrici agricole, dai servizi in linea con gli orari del commercio e del turismo a quelli con maggiore flessibilità in entrata e in uscita, dal nido pomeridiano a quello in cui fare la nanna, dal nido aperto durante le festività a quello aperto in agosto
Sul tema della flessibilità e degli orari dei servizi è recentemente tornata anche l’assessore regionale al welfare Elisabetta Gualmini. “Il lavoro delle donne, soprattutto, è diventato molto intermittente, spesso incerto, precario e quindi ha bisogno anche di flessibilità nei servizi”, ha spiegato la vicepresidente della Regione, nell’ambito di un recente incontro.
Il convegno organizzato dall’associazione Bologna Nidi nasce anche dalla volontà di trovare soluzioni alternative e partecipate che permettano ai genitori e alle famiglie di rispondere alle nuove esigenze. L’ampliamento degli orari dei servizi rappresenta un’alternativa di cui discutere ma non l’unica possibile. La proposta dell’associazione che da anni si occupa di monitorare il mondo dei nidi e delle scuole dell’infanzia è quella della creazione di uno spazio gratuito 0-6 anni autogestito da genitori e professionisti. “Vorremmo che fosse non solo uno spazio dove parcheggiare i figli quando escono dal nido o da scuola ma anche un luogo di confronto sull’educazione”, spiega Laura Branca, fondatrice e presidentessa di BoNidi.
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