“Speravo fossi sterile”. Commessa diventa mamma e viene discriminata

mamma lavoro, ciuccio“Col tuo atteggiamento da mamma mi offendi, hai rotto con questa malattia, ricordati che ho soldi, conoscenze e potere per rovinarti, non mangio grazie al punto vendita e posso tirare fuori i soldi per farti il culo in due”. E’ una delle frasi emerse in una causa di lavoro che vede coinvolta una mamma di due gemelle e la direttrice di un negozio di telefonia di un centro commerciale di Firenze. Il caso, riportato da diverse testate locali tra cui la Repubblica (l’articolo qui),  è arrivato al secondo grado di giudizio. Se infatti la mamma, che nel frattempo si è licenziata, ha perso in primo grado davanti al giudice del lavoro, costretta a pagare anche le spese legali alla direttrice del negozio e  a suo marito, in appello ha avuto ragione: dovrà essere risarcita con 10.000 euro per discriminazione di genere.

Dopo la nascita delle gemelle, la mamma, secondo quanto riporta La Repubblica, era stata invitata a non tornare a lavoro perché sostituita. Dopo averle negato il part time, la situazione tra datore di lavoro e commessa precipita quando quest’ultima una mattina chiama per avvertire che stava andando in ospedale per un problema di salute di una delle due piccoline. Lavorando dalle 15.30 alle 22 temeva di non arrivare in tempo. Apriti cielo: “Se non vieni al lavoro alle 15.30 in punto ti faccio il culo, mi sono rotta i c… di te e dei tuoi figli e non me ne frega un c… se tua figlia sta male”, sono alcune delle frasi che la direttrice avrebbe detto alla mamma in preda alla rabbia. Il meglio la signora lo dà, però nelle ultime battute di una delle telefonate intercorse anche successivamente: “Ti ho assunto sperando fossi sterile ed è solo grazie alle terapie che me lo hai tirato in c… “.

 

 

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