Nasce “Curvy Pride”: “Non ci sono corpi perfetti: insegniamolo ai nostri figli”

obesità Contro l’aumento dei disturbi alimentari, la modella “curvy” Elisa D’Ospina fa da anni campagna per dire che “cerchiamo conferme fisiche per avere conferme morali” e che non esiste un unico modello di bellezza (leggi l’intervista qui). Ma il concetto, evidentemente, va ribadito. Lo dimostra la nascita, a a Bologna, dell’associazione Curvy Pride appena fondata dall’imprenditrice Marianna Lo Preiato che ha annunciato pochi giorni fa in conferenza stampa di voler lavorare “per affermare una pluralità di modelli di bellezza e per la tutela della salute e la prevenzione dei disturbi alimentari, soprattutto a scuola, nella moda e nello spettacolo”.

Il primo canale per diffondere questi messaggi sarà il Curvy Pride in programma sabato 6 giugno sul Curvy Pride Bus, un pullmino che partirà dal capoluogo emiliano-romagnolo alla volta di Milano per un flash mob che metterà in luce la bellezza di tutte le taglie e dirà no ai disturbi del comportamento alimentare. Una giornata di “orgoglio morbido”, come si potrebbe tradurre, e che ha già una lista di eventi di spessore. Alle 11 alla Casa dei diritti del Comune di Milano si terrà un confronto su come mangiare correttamente e su come sviluppare adeguate abitudini alimentari. All’evento parteciperanno Barbara Christmann, redattrice, stilista di moda ed esperta del settore curvy; Giorgia Marino, fashion blogger di ‘Morbida la vita’; Alessandro Carella, blogger di ‘Uomini di peso’. Con loro anche Emilio Franzoni della Fanep (associazione bolognese che dà sostegno ai minori affetti da patologie neuropsichiatriche), professore di neuropsichiatria infantile all’Università di Bologna e direttore dell’Unità operativa di neuropsichiatria infantile del Sant’Orsola-Malpighi. Alle 14, in Piazzetta San Carlo, flash mob fucsia per affermare il diritto a un’idea di bellezza che non discrimini e non crei modelli irraggiungibili e dannosi.

Nadia Monti, assessore ai Giovani del Comune di Bologna, ha spiegato di voler far approvare un disegno di legge che introduca nel codice penale l’articolo 580-bis che parla di istigazione al ricorso a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia o la bulimia. Un esempio? Le pubblicità che propongono modelli sbagliati di bellezza e risultano, pertanto, ingannevoli. “I ragazzi e le ragazze devono fare dei propri difetti i propri punti di forza – ha detto la fondatrice dell’associazione – perché non ci sono corpi perfetti: è questo che dobbiamo insegnare ai nostri figli”. Le ha fatto eco Simona Simone della Fanep, che ha spiegato come sempre più spesso, al Sant’Orsola, vengono ricoverati bambini anoressici anche di 8 o 9 anni.

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