ivan cottini“A trent’anni decido io della mia vita, non decide la malattia”. Ivan Cottini, l’ex fotomodello di Pesaro-Urbino affetto da sclerosi multipla, diventerà papà alla fine di agosto. La compagna Valentina, 25 anni, già mamma di un bimbo, aspetta infatti Viola, che è anche il nome della prozia alla quale Ivan era molto legato e che è scomparsa nel periodo del concepimento. Un concepimento che nessuno, tra i medici e tra i familiari, si sarebbe aspettato: Ivan, infatti, a settembre scorso ha deciso di sospendere ogni cura per recuperare la fertilità compromessa dai farmaci. Una decisione che ha maturato durante l’ultima lunga degenza a Milano e che ha preso da solo, al riparo da tutti, in segreto: “Solo una volta Valentina mi ha beccato mentre buttavo le pillole. E lì ha capito tutto”.

Cinque mesi lontano dalle medicine, per Ivan, hanno voluto dire maggiori difficoltà motorie, in particolare nella coordinazione e nei movimenti del braccio sinistro. Quanto al linguaggio e alla vista – Ivan soffre di una diplopia – l’ex modello ci scherza su: “Facevano già schifo prima, non ho avuto peggioramenti”. Del resto Ivan non è uno che ama piangersi addosso. Lo dimostra quando organizza gare di carrozzine nelle corsie degli ospedali, quando dichiara di voler tornare a fare il modello e nella sua battaglia sociale per l’Associazione italiana sclerosi multipla. Alla fine dell’anno uscirà un libro realizzato insieme a Giobbe Covatta: l’ultima foto lo ritrarrà sulla sedia a rotelle, con in braccio sua figlia e un’ombra proiettata sul muro di lui in piedi. Un messaggio forte, anzi fortissimo: “Per me Viola è la mia guarigione, la mia grinta, un motivo in più per lottare”.

Anche Valentina, che non era al corrente della sospensione delle terapie, oggi ride sopra: “Mi dice che l’ho ingannata, che mi denuncerà per essere rimasta incinta. Di figli non ne avevamo mai parlato. Ma in me è scattato qualcosa di grande: appena mi sono reso conto che avrei voluto passare tutta la mia vita con lei, ho cominciato a desiderare un figlio”. In barba al parere di tutti, sì: “I miei genitori, che sono sempre molto preoccupati per me, quando hanno saputo della gravidanza mi hanno detto che è stata una scelta egoistica visto che ho tanti problemi a provvedere a me stesso. I dottori mi hanno detto che nella sfortuna della malattia, ho la fortuna di potermi curare ma ho voltato la testa dall’altra parte. Ma quando a uno dei medici ho chiesto quanti anni ha e se è padre, mi ha risposto che ha 56 anni e tre bambini. A me la malattia è stata diagnosticata a 27 anni: troppo presto per rinunciare alla paternità“.

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