In occasione del “Maggio dei libri”, oggi alle 16.30 nella Casa del volontariato di via Sansovino 57 a Ravenna è previsto l’incontro pubblico per famiglie sul tema “Leggere con tutti i sensi: libri modificati, comunicazione aumentativa alternata e libri tattili”. Si tratta delle strategie e degli strumenti che consentono anche ai bambini con difficoltà motorie o di comunicazione di fruire di volumi appositamente studiati.
Ci saranno Nicoletta Bacco, bibliotecaria della Classense, Claudia Muratori pediatra, Alice Maraldi e Ilaria Franchi del centro di documentazione Reciprocamente, e l’assessora alle politiche sociali e volontariato Giovanna Piaia. “Per i bambini con difficoltà motorie o di comunicazione – dichiara Piaia – la possibilità di sperimentare e condividere l’esperienza della lettura (di accedere al libro, di sceglierlo, prenderlo e sfogliarlo) autonomamente è spesso limitata, così come nel caso di bambini molto piccoli o disabili o che vivono situazioni speciali (traumi, lutti, malattie proprie o di familiari, eventi significativi, ecc.). Considerato che nel modello bio-psico-sociale dell’Oms la disabilità è considerata come il risultato dell’interazione tra fattori individuali e fattori contestuali/ambientali, i bambini disabili e i loro care-givers (famiglia, insegnanti, educatori) devono poter trovare libri per loro nel luogo in cui tutti i bambini e le famiglie vanno a cercare i libri da leggere: la biblioteca comunale”.
L’idea è quella di non tenere i “libri speciali” in un posto speciale (come le strutture o i servizi socio-sanitari per disabili) o addirittura di non tenerli affatto: si vuole invece creare un intreccio tra il ruolo del servizio specialistico pediatrico e quello della comunità. “In realtà – continua Piaia – uno degli aspetti più interessanti vuole proprio essere quello rappresentato dall’impatto che può avere per la cultura di chi frequenta la biblioteca nel vedere un luogo dove ci sono libri per disabili e libri per disabili assai particolari. In questo modo si possono modificare le credenze collettive che tendono a non riconoscere l’esistenza di un pensiero e di una mente in chi non può usare la voce o in chi non sa leggere e scrivere con le lettere e che quindi finiscono per spingere nella direzione dell’esclusione anziché in quella della vera integrazione e interculturalità”.
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