Basta pronunciare le parole “giovani” e “web” per scatenare le peggiori associazioni mentali: dipendenze e cyberbullismo, solo per citarne alcune. Ma i ragazzi, sul web e con gli smartphone, non vanno solo a caccia di giochi, musica e socialità. Una parte del tempo che trascorrono connessi è dedicato, infatti, allo studio. Lo dice la ricerca “Net children go mobile”, finanziata dal Safer Internet Programme della Commissione Europea e pubblicata dall’OssCom di Università Cattolica.
La ricerca ha preso in esame i comportamenti dei giovanissimi di età compresa tra i 9 e i 16 anni. Il 96% dei 13-14enni che utilizza Internet ha dichiarato di avere un profilo sui social, mentre nel 2010 era solo il 68%, per i 15-16enni invece si è passati dall’80% al 93%. È in aumento anche l’uso di Whatsapp: la percentuale degli utenti online tra i 9 e 16 anni che lo utilizza è passata dal 43% nel 2010 al 57% nel 2014.
L’abitudine dei ragazzi di scambiarsi video e immagini è diventata talmente frequente che si è passati dal 6% nel 2010 al 39% nel 2014. La percentuale dei giovanissimi tra i 9 e i 12 anni che condivide foto e video è pari al 4% tra quelli che non possiedono uno smartphone, mentre sale al 27% per chi lo utilizza. La percentuale dei ragazzi che condivide foto e video cresce con l’aumentare dell’età, e raggiunge il 33% tra i ragazzi tra i 13 e 16 anni senza smartphone e conquista addirittura il 68% tra quelli che invece possiedono un dispositivo.
Ma Internet è una risorsa sempre più utilizzata anche nello svolgimento dei compiti a casa. La percentuale dei ragazzi che quotidianamente accedono al web per lo studio è infatti più che triplicata passando dal 10% nel 2010 al 34% nel 2014. Inoltre, i dati rivelano che la percentuale dei giovani tra i 9 e i 12 anni che possiede uno smartphone e che svolge i compiti online è il 27%, il doppio rispetto a quelli che non utilizzano lo smartphone che si riduce a un 13%. La percentuale degli studenti delle scuole secondarie superiori (13-16 anni) che utilizzano la rete per svolgere i compiti raggiunge il 43%.
Diversa la situazione tra i banchi di scuola. Solo un ragazzo sui quattro, infatti, afferma di usare Internet almeno una volta alla settimana. “La forma più comune per gestire l’utilizzo di Internet da parte della scuola – si legge nella relazione dei ricercatori – è la mediazione restrittiva, vale a dire stabilire le regole su cosa si può fare su Internet all’interno dell’ambiente scolastico. L’utilizzo dello smartphone è generalmente proibito, ma alcuni istituti stanno iniziando a introdurre l’uso dei device nelle attività didattiche”.
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