“Mamma, mi sembrava di essere stato rapito”: Stella e Luca, lontani dal papà violento

Un disegno di Luca mostrato dalla sua mamma Stella
Un disegno di Luca mostrato dalla sua mamma Stella

Lo stuzzicadenti infilato nel campanello per rendere il suono talmente continuo e insopportabile da costringerla a uscire di casa. E poi i pedinamenti, le telefonate martellanti. Stella (nome di fantasia) è rumena, ha 29 anni. Da dieci mesi vive in Emilia, ospite di una comunità per mamme in difficoltà. Condivide la stanza con Luca (anche questo è un nome di fantasia), il suo bambino di nove anni. Mentre ci racconta la sua storia suo figlio è a scuola, dove l’inserimento non è stato semplice, visto che è stato portato via da Reggio Emilia tutto ad un tratto. Per trovare un rifugio lontano dal papà, un calabrese aggressivo e violento con cui Stella è stata sposata otto anni.

Mentre dipana i brutti ricordi, Stella sfodera la data della svolta, quella della paura e della vita che deve ricominciare altrove, lontano da tutto: “Il 16 maggio 2013 io e il mio ex marito abbiamo litigato. C’era anche sua sorella. C’era anche il mio bambino. Lo spavento è stato tanto, mio marito non era più lui, aveva cambiato faccia. La mattina dopo sono andata a denunciarlo e quando i carabinieri sono arrivati a casa, lui è letteralmente impazzito”. Restare tra quelle quattro mura, per Stella e il figlio, non è più possibile: entrambi vengono portati per un paio di mesi in albergo, poi in una casa d’accoglienza. Luca continua ad andare a scuola, Stella fa le pulizie in nero. Ma il suo ex marito non scompare: “Mi seguiva in macchina, me lo trovavo davanti a scuola nonostante il decreto di allontanamento. Ma finché non ti considerano in pericolo di vita, nessuno si attiva per proteggerti davvero”.

Per abbassare il livello di rischio, però, Stella nel giugno dello scorso anno viene accolta con Luca in comunità, dove l’impatto è stato di quelli forti: “Mio figlio non voleva lasciare la sua scuola e la sua città, io mi sono trovata all’improvviso in una realtà nuova, con regole e orari da rispettare, permessi da chiedere per ogni cosa, anche per fare una passeggiata. Piano piano mi sono integrata e in questo mi ha aiutata il lavoro che ho trovato da poco come barista”. L’umore ha alti e bassi. Domenica scorsa, per esempio, c’è stata la comunione di suo figlio: una festa che tutta la comunità ha condiviso ma che Stella non ha vissuto con la gioia che sperava. Il suo ex marito, infatti, non c’era. Ma Luca lo avrebbe desiderato, nonostante tutto. Perché una mamma è disposta anche a chiudere gli occhi per un attimo, soffocando i brutti ricordi, per far contento il suo bambino. Pur nella consapevolezza che quell’uomo può fare del male.

Come nel marzo scorso, quando Stella ha accompagnato Luca dal padre per le due ore di incontro previste. Ma alle cinque e mezza ha ricevuto la telefonata dell’addetto alla struttura d’accoglienza dove l’uomo avrebbe dovuto riaccompagnare il figlio per consegnarlo alla madre. Una telefonata nel quale le dicevano che i due non erano tornati: “Subito ho pensato a una pazzia, ho pensato che Luca fosse morto, tanto il mio ex marito non aveva nulla da perdere. Sono corsa a fare la denuncia e ho avuto notizie solo la mattina dopo alle 10. Luca era stato portato in Calabria. Per una settimana non l’ho visto: suo padre tergiversava, inventava scuse per non ridarmelo: la febbre, la bronchite, il vomito”. Fino a che il bambino viene riportato dalla mamma, con la paura ancora negli occhi: “Mi ha chiesto se sapevo che suo padre l’avrebbe portato via, mi ha raccontato che aveva avuto la sensazione di essere stato rapito”. Dopo quell’episodio, Luca e il papà possono vedersi solo in forma protetta: “Ha sbagliato, l’ha fatta grossa. E questo gli ha impedito di partecipare alla comunione”.

E mentre si rammarica, Stella guarda fuori dalla finestra, con gli occhi dritti alla pioggia che oggi non perdona: “Spero che l’estate porti buone notizie. Mi sono data un obiettivo: in agosto fuori da qui. Se mi assumono, con i 350 di mantenimento e il mio stipendio io e Luca riusciamo a vivere.  Lui, per me, è tutto”.

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