Una 50enne ferrarese potrà farsi impiantare gli embrioni congelati da 19 anni, anche se il marito è morto nel 2011. Lo scrive La Repubblica. Il via libera arriva dal Tribunale civile di Bologna al seguito di una battaglia legale intrapresa dalla signora che si era vista rigettare il primo ricorso, dopo che aveva tentato di avere una gravidanza proprio con gli embrioni conservati dal lontano 1996 (prima, dunque, dell’entrata in vigore della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita).
La decisione del giudice obbliga l’ospedale Sant’Orsola a trasferire gli embrioni nell’utero della 50enne che ben diciannove anni aveva intrapreso, insieme al marito, un percorso di fecondazione assistita poi fallito. La coppia, negli anni a seguire, aveva sempre firmato per continuare la crioconservazione. Ma in seguito al decesso dell’uomo, la direzione sanitaria aveva detto no – nonostante il nulla osta del comitato di bioetica dell’università – interpretando in senso restrittivo la legge 40: facendo leva, nello specifico, sul fatto che per procedere allo scongelamento e all’impianto degli embrioni, entrambi i coniugi dovevano essere in vita.
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