Violenza: gli allenatori spiegano ai ragazzi che anche il cuore è un muscolo da usare

pugno violenzaForza fisica? Macché, il cuore. Si chiama appunto “Cuore, l’unico muscolo da allenare per battere una donna” il progetto lanciato dall’associazione ExtraFondenteOpenSource di Bologna alla fine di novembre per prevenire e contrastare l’insorgere di discriminazioni di genere che possono sfociare in atti violenti in ambito sportivo. Perché lo sport? Perché è un settore che tende a veicolare stereotipi di genere.

“Spesso nello sport vengono fatti appelli al resistere nonostante il dolore, al continuare senza fermarsi e al non mostrare debolezza legati all’identità maschile – ha detto Carmela Puliatti, presidente dell’associazione, a Emilia Romagna Sociale –. Così facendo, queste pratiche sportive trasmettono un’ideologia della supremazia maschile sulle donne e su quegli uomini considerati non sufficientemente mascolini. In questo contesto, aggressività e violenza diventano costitutivi dell’essere uomo”.

Il progetto coinvolgerà gli allenatori, gli istruttori e gli operatori sportivi dell’associazione polisportiva Lame di Bologna, dell’associazione sportiva dilettantistica Bologna Lions Rugby, dell’associazione Rugby di Pieve e dell’associazione socioeducativa all’autodifesa Anatroccolo rosa, perché trasferiscano modelli positivi di mascolinità agli adolescenti con cui operano e intercettino situazioni critiche, atteggiamenti e comportamenti predittivi di possibile discriminazione o violenza di genere, dando risposte adeguate.

L’iniziativa ha ricevuto un finanziamento parziale dall’Unione delle Chiese metodiste e Valdesi e prenderà il via entro fine anno. Ma servono altri finanziamenti.

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