“Per la mamma della mia ex ero uno spacciatore”: la rivincita letteraria di Antonio

Antonio Distefano
Antonio “Nashy” Distefano

Sì, lo manderà anche alla mamma della sua ex. E non per vendetta. Antonio Distefano, in arte “Nashy”, è pronto: il libro che segna il suo esordio letterario “Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?” uscirà il 6 giugno in e-book gratuito su Amazon, poi il primo luglio in libreria. E lui, 22 anni, angolano nato a Busto Arsizio e cresciuto a Ravenna, sa già che molti si aspetteranno un saggio sul razzismo e l’integrazione degli stranieri. Niente affatto, o almeno non solo: “I razzisti non leggeranno certo un’opera scritta da uno di colore. Con i razzisti io non ho interesse a parlare. Io scrivo delle esperienze che vivo, scrivo al passato, scrivo d’amore”. D’amore, sì. Perché l’idea per il romanzo è arrivata dalla sua relazione con una coetanea, durata dieci mesi: “I suoi genitori non mi hanno mai visto. Ma a loro è bastato sapere da dove venissi per opporsi al nostro rapporto, per accusarmi di essere uno spacciatore quando non ho mai fumato nemmeno una sigaretta, di non amare la loro figlia solo perché mi sono trasferito per un periodo a Prato per giocare nella squadra di calcio a cinque, in serie B”. Una situazione che Antonio, dopo qualche tempo, ha deciso di affrontare di petto, chiedendo alla sua fidanzata che la madre lo chiamasse al telefono: “Una conversazione che non scorderò mai per l’arroganza, gli insulti, i toni. E che non ha risolto le cose”. Quel “passo a prenderti?” del titolo Antonio l’ha elaborato in quel frangente, rendendosi conto di quanto la sua ragazza fosse “ostaggio” della famiglia. Ma lo ha declinato anche in un’altra chiave, pensando alla sua, di mamma, che tre anni fa ha deciso di rientrare in Angola: “Anche io, prima o poi, tornerò. Sono italiano a tutti gli effetti, come molti mi fanno notare. Ma in realtà il mio vero paese non l’ho ancora trovato. Qui se sei nero sei africano, ti etichettano subito come senegalese. Come se uno svedese fosse uguale ad un francese. Qui ti devi giustificare, qui devi sempre dimostrare di essere una brava persona”.

copertina Antonio Distefano
La copertina del libro in uscita

Eppure, quella di Antonio è una storia tutto sommato felice: “Dall’anno scorso ho un duo musicale acustico insieme a Nizar Gallala, si chiama Primavera Araba. Io scrivo i testi e canto. Giriamo le scuole, siamo stati fino a Udine, Latina, Lugano”. Un’attività che è stata notata dall’ex moglie di Gianni Morandi Laura Efrikian, che nel suo libro ha parlato della canzone dedicata da Antonio a Thomas Sankara, il presidente-ribelle del Burkina Faso. E che ha fatto approdare Antonio anche al Roxy Bar di Red Ronnie, dove ha conosciuto Fiorella Mannoia. Ma del lavoro di Antonio si è interessata anche l’ex ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, che l’8 giugno sarà a Ravenna per il Festival delle culture, dove dialogherà proprio con il ragazzo angolano: “Tutto questa visibilità mi ha sicuramente facilitato le cose. Prima, quando andavo nelle scuole, ero quello che faceva musica. A breve sarò quello che ha scritto il libro. In ogni caso, sarò sempre pronto a rispondere a chi mi accusa di voler salvare il mondo, a chi mi dice di lasciare perdere. Parlarne di certi argomenti dà fastidio perché obbliga le persone a mettere in discussione le proprie convinzioni. Alla madre della mia ex è successa senza dubbio la stessa cosa: conoscermi avrebbe significato accorgersi che sono una persona a posto, e che altre come me ce ne possono essere in giro, nonostante la pelle nera”.

Ad Antonio, in fondo, interessa proprio questo: “Mi piace l’unicità delle storie delle persone, mi interessano le vite degli altri e quello che hanno o non hanno in comune, come si intrecciano a volte, come si incontrano”. Ecco perché nel suo libro ha scelto di inserire anche pezzi di esistenze altrui, di cui è venuto in prima persona a conoscenza: “Ricevo spesso tante mail dai ragazzi che incontro nelle scuole o da quelli che leggono i miei post su Facebook. Una di loro mi ha raccontato che sua nonna, dopo aver sentito parlare di me, ha superato gli atteggiamenti razzisti ed è andata ad abbracciare il vicino marocchino. Sono cose belle, che è giusto dire”. Ma la paura di Antonio è di essere utilizzato come strumento anti-razzista: “Non voglio sensibilizzare il mondo con quello che scrivo. Io scrivo perché credo che le vite delle persone non vadano sottovalutate, perché tutti in qualche modo siamo legati. Per il resto, sono contrario a fare delle persone nere più o meno famose delle icone contro il razzismo, come sta avvenendo con Mario Balotelli. Avere la pelle nera non basta di certo a farsi portatori di messaggi positivi, universali”.

Antonio Distefano con
Antonio Distefano (a destra) con Nizar Gallala. I due hanno dato vita al gruppo musicale “Primavera Araba”

Antonio li sdogana un po’ tutti, i luoghi comuni sulla multiculturalità: “Un esempio? La parola negro: smettiamola di considerarla offensiva. Reprimere certi termini serve solo ad aumentarne la forza ed il potere. Alla fine io sono Antonio e basta, nero o negro che sia”. E mentre aspetta di presentare il suo libro (il 5 giugno alle 18,30 al Caffé Letterario di Ravenna e il 6 giugno alle 10 al Ginanni), Antonio pensa in grande: “Il mio sogno? Scrivere e raccontare, un po’ alla Saviano. Andare a vivere in Africa, dove non sono mai stato se non tramite l’immaginazione e le storie narrate da mio padre. E aprire una scuola laggiù, in qualche paese, perché l’istruzione è davvero la cosa che manca di più”.

E se poi la mamma della sua ex leggesse il libro, anche questo sarebbe un buon risultato: “Che ne dici, glielo mando davvero?”.

Per ospitare i “Primavera Araba” a scuola, scrivere a primaveraraba@live.it
Il book trailer di Antonio “Nashy” Distefano è qui sotto

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Commenti:

  1. Mi piaciono le tue parole, non sei anti razzista ma sei un uomo che diffendi, con giustizia ed onore i diritti della gente che, milte volte non ha voce, non viene ascoltata dal resto dell’umanitá e si sente disamparata di amore e senza uguaglianza in un mondo che é di TUTTI…
    Scusa la mia maniera di scrivere, forse sbaglio troppo, perché sono argentina con doppia cittadinanza. e non só scrivere bene in italiano, ma siiii sono sicura di farmi intendere!
    Un forte abbraccio Antonio, continua toccando il cuore della gente con le tue parole e cercando di aiutare al prossimo che siamo noi stessi, io e te!
    Besos y abrazos. Buena suerte en tu vida!

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