bambini che mangiano, mensaPrezzi alti e cibo di scarsa qualità. Dopo mesi di botta e risposta con il Comune dal quale i genitori dell’Osservatorio mense di Bologna chiedevano maggiori garanzie sulla qualità del cibo servito nelle mense, si è deciso di passare allo sciopero.

Il 5 maggio i bambini delle scuole materne ed elementari comunali di Bologna non si sederanno a tavola a mensa ma pranzeranno in maniera alternativa. Probabilmente con un pic nic nei parchi e giardini vicini alle scuole, visto che il regolamento impedisce di mangiare nei locali degli istituti cibo portato da casa.

Una protesta che da mesi vivacizza il dibattito relativo al cibo distribuito da Seribo: per 7 euro a pasto, i genitori lamentano cibo di scarsa qualità e piatti che molto spesso non vengono neppure toccati. E’ stato il caso qualche mese fa di una scuola elementare dove un genitore della commissione mensa ha fotografato i piatti pieni di pesce lesso e spinaci che su quasi tutti i banchi erano rimasti pieni, con grande spreco di cibo.

Il volantino con cui è stato indetto lo sciopero non lascia spazio a dubbi: a detta dei genitori, gli utili di Seribo, società che ha in appalto il servizio mensa di Bologna, dovrebbero essere utilizzati per migliorare la qualità dei pasti. Con lo sciopero, dunque, la società non incasserebbe il costo di una giornata intera di pasti, serviti ogni giorno in 152 scuole tra elementari e asili, per 18.000 pasti circa.

Essendo una delle tariffe più alte d’Italia, l’Osservatorio mense aveva chiesto al Comune quanto meno un adeguamento della qualità, con maggiori garanzie su bio e prodotti a km 0. Ma le risposte arrivate da Palazzo D’Accursio non hanno soddisfatto mamma e papà. Che adesso imbracciano panini e scendono nei parchi a protestare.