“Fino a che, con le aziende, riesco a risolvere le cose con le buone, va bene. Ma quando devo promuovere delle azioni legali, come pago? Di tasca mia?”. L’anno scorso la Consigliera di Parità della Regione Emilia-Romagna Rosa Amorevole ha avuto a disposizione per le sue attività contro le discriminazioni delle donne sul lavoro 4.015 euro. La Sicilia ne ha percepiti 133.000. Nel 2012 Bologna ha visto arrivare 39.000 euro, la Sicilia 122.000.: “Porto sempre ad esempio il confronto con la Sicilia perché è emblematico rispetto ad un’interpretazione sbagliata della spending review. La differenza tra regioni a statuto speciale e a statuto ordinario è abissale. La nostra è un’attività intensa, costante. Il paradosso è che non è coperta dalle risorse, che si sono assottigliate sempre più: e chissà, per il 2014, che cosa ci aspetta”.
Lo scorso anno oltre mille persone si sono rivolte all’Ufficio di Rosa Amorevole per ottenere risposte in merito a interventi per il contrasto alle discriminazioni. Ottanta i casi trattati relativi a discriminazioni collettive ed individuali e 710 le consulenze richieste: “Il nostro è un servizio sempre più conosciuto, sempre più richiesto. Ogni richiesta che ci perviene viene conteggiata e registrata perché con i numeri alla mano siamo in grado di dimostrare quanto bisogno c’è in questo periodo”. Perché al di là dei problemi di conciliazione maternità-lavoro e compagnia, ci si è messa pure la crisi a esacerbare certe tensioni negli ambienti lavorativi. Con conseguenza a volte drammatiche sulle condizioni delle donne: “Ma se i fondi ogni anno calano della metà e poi ancora della metà, io vengo meno ai compiti ai quali le direttive europee e la normativa italiana mi chiamano. Le Consigliere di Parità, con budget del genere, invece che pubblici ufficiali del Ministero del Lavoro, diventano volontarie“.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta