Angela, alle prese con la fecondazione assistita: “”Il divieto di eterologa? Era ora”

“Era ora, un segno di civiltà”. Angela (nome di fantasia) è una giovane donna di Ravenna che da alcuni anni sta affrontando il difficile percorso della fecondazione assistita. Ieri, saputo che la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale il divieto di eterologa previsto dalla legge 40 del 2004, ha tirato un sospiro di sollievo: “Io e il mio compagno abbiamo fatto diversi tentativi di omologa in un centro dell’Emilia-Romagna ma non sono andati a buon fine. L’idea dell’ovodonazione ci frulla in testa da un po’ ma abbiamo sempre pensato che saremmo dovuti andare all’estero, magari in Spagna. Finalmente anche l’Italia ha fatto una grande passo in avanti”.
spermatozoi, fecondazione
Al di là delle scelte private della coppia, però, Angela non è così ottimista sul fatto che il pronunciamento della Consulta si traduca in una reale e immediata possibilità, per chi non riesce ad avere figli, di ricorrere a gameti di donatori: “Ci vorrà molto tempo per rendere operativi tutti i centri che sono rimasti indietro con tecniche e sistemi in questi dieci anni di legge 40. Paesi meno avanzati di noi, come la Grecia o Cipro, o Paesi ancora più cattolici, come la Spagna, la praticano da sempre e ora sono più avanti nel campo della Pma. In Italia si dovrà subito investire su macchinari e strumenti”.

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