Un gruppo di mamme si arma di pennelli e colori e inventa la biblioteca dei propri figli: Il giardino magico

Quando le abilità, la precisione e l’estro artistico di una decoratrice per professione, si incontrano con l’amore e la passione per la lettura, come quello che di sicuro nutre una volontaria del progetto “Nati per leggere”, e a questa miscela si unisce la grinta e la volontà di alcune mamme di migliorare il luogo dove i propri figli passano svariate ore al giorno, succede quello che è accaduto alla scuola dell’infanzia statale “Il giardino magico” di Misano Adriatico: le mamme decidono di costruire una biblioteca ad hoc per i bambini.
Ne parliamo con Monica Bologna, la mamma decoratrice.
Come nasce l’idea di questo progetto?
“Nasce dalla volontà di tanti genitori di creare un ‘nido’ accogliente per i propri bambini, un ambiente interessante e stimolante, pieno di gusto e di ironia, che uscisse fuori dall’omologazione delle stanze anonime, costruite in serie. C’era una stanza chiusa nella scuola, inutilizzata, e allora abbiamo pensato di farne una biblioteca piena di libri, di colori, un posto dove i piccoli potessero sviluppare interesse per i libri, per i colori e per le belle immagini”.
Che cosa avete fatto?
“Abbiamo scritto un progetto, lo abbiamo mostrato al dirigente scolastico, Marco Bulli, che ne è stato subito entusiasta e con l’approvazione e il coinvolgimento del Comune di Misano e del Villaggio Adriatico che ci hanno aiutato trovando fondi e i materiali che ci servivano, ci siamo organizzati per metterci all’opera”.
Come si sono svolti i lavori?
“Ai lavori, durati circa due mesi, hanno partecipato tanti genitori, ognuno con i propri tempi e la propria disponibilità. Abbiamo svuotato la stanza, abbiamo imbiancato le pareti, sistemato e riutilizzato le vecchie librerie e poi abbiamo avvitato i pannelli di compensato, che avevo precedentemente decorato”.
Da cosa ha preso ispirazione per le decorazioni dei pannelli?
“Mi sono ispirata a due albi illustrati di due autori francese ‘Biagio e il castello di compleanno’ di Claude Ponti e a ‘Il grande viaggio della piccola Angelica’ di Charlotte Gastaut. L’intento era quello di ricreare le atmosfere magiche e sognanti di questi artisti, l’energia e la vitalità che scaturisce dalle loro immagini attraenti e stuzzicanti. Protagonista della scena della nostra biblioteca è un enorme albero dipinto sul pannello, i cui rami si espandono fin sopra il soffitto. L’albero è il simbolo della vita, fonte di crescita intesa anche in senso culturale. Volevamo creare un setting che risvegliasse i sensi dei piccoli lettori, l’albero è in questo senso inteso come un inno alla conoscenza. Il grande albero è popolato da creature meravigliose, da gnomi, animali e folletti, è tempestato di fiori, ci sono scalette per scendere e scalette per salire. Al posto delle foglie ci sono libri. Libri dappertutto, per lo meno disegnati. Per quelli veri, ci stiamo organizzando”.
In quale modo?
“Sabato scorso abbiamo inaugurato la biblioteca del ‘Giardino magico’ alla presenza del sindaco, del vicesindaco, del dirigente scolastico e di tutte le maestre, che hanno partecipato attivamente all’iniziativa. Noi genitori abbiamo preparato delle torte che abbiamo venduto per l’occasione. Gli introiti ricavati verranno utilizzati proprio per acquistare albi e testi di qualità adatti ai nostri bambini”.
Quale è stata la reazione dei bimbi quando hanno visto la biblioteca?
“Vedere l’emozione disegnata sul loro volto e gli occhi immensi pieni di gioia e felicità è stato per tutti noi, un momento indimenticabile. E’ così bello sapere che adesso hanno un posto incantato dove poter sfogliare i libri, osservarli, ascoltarli insieme alle loro insegnanti. Anche i bambini ci hanno aiutato in questa avventura. C’è un altro albero posto all’esterno della scuola, un murales con sopra dipinte le loro manine. Inoltre hanno dipinto la scritta della scuola ‘Il giardino magico’ che abbiamo intagliato”.
“Monica, sembra proprio che abbia vissuto un’esperienza bellissima.
“Sì, intensa e molto formativa. Non è così scontato trovare la partecipazione e il consenso generale quando si fanno delle proposte del genere. Questo è stato un modo per avvicinare e far conoscere noi genitori, e di conseguenza, anche i bambini sono diventati più uniti tra di loro”.

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