Welfare a favore delle mamme: in Italia si spende il 39% meno che nel resto dell’Ue

I nostri figli? Nascono e crescono in un Paese che fa per le loro mamme molto meno di quello dei vicini di casa in Europa. Se infatti in Italia la spesa pubblica a favore della conciliazione a sostegno della maternità è pari al 20,3%, negli altri 27 Paese è il 39% superiore.

Numeri che chi ha figli piccoli aveva intuito già, scontrandosi con le mille difficoltà di tornare al lavoro senza sostegno sociale, se non quello familiare rappresentato dai nonni.

A svelare un retroscena che ormai non stupisce è l’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato per la 15esima Convention di Donne Impresa Confartigianato organizzata a Roma il 21 e 22 ottobre. Secondo i dati emersi, in Italia la spesa pubblica per le prestazioni a favore delle nascite è pari a 3,1 miliardi, inferiore del 26,6% rispetto alla media europea, quella a sostegno della crescita dei bambini è di 2,8 miliardi, più bassa del 51,2% rispetto alla media Ue, e quella a favore dei giovani under 18 è di 6,6 miliardi, inferiore del 51,5% rispetto all’Ue.

Meno servizi, meno nascite: dal 2008 al 2011 infatti il calo è stato del 7,3%. Cala anche l’utilizzo degli strumenti di welfare che sostengono maternità e conciliazione lavoro – famiglia: congedo obbligatorio retribuito di maternità, congedo parentale, assegno di maternità dello Stato e dei Comuni, assegno al nucleo familiare. Non va meglio per i servizi dell’infanzia destinati ai piccoli sotto i tre anni e utilizzati dal 14% dei bambini che ne avrebbero diritto.

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