Sono 350 i bambini stranieri che l’associazione onlus Cosmohelp ha fatto venire in Italia per operazioni, cure e assistenza in soli nove anni. Da quando, nel 2004, in seguito ad un viaggio in Bosnia, si è costituita a Faenza. Cosmohelp fa parte del network Guariamoli, al quale andranno i fondi che Romagna Mamma raccoglierà durante le giornate di Art & Ciocc, la manifestazione organizzata da Ascom Confcommercio, in piazza San Francesco a Ravenna, dal 7 al 10 novembre (noi saremo presenti insieme al sindacato Fotografi di Ascom nel pomeriggio del 9 novembre). Il presidente Alberto Cavina se lo ricorda bene il viaggio a Tuzla, dove vide la realtà degli orfanotrofi.
Presidente, che cosa le rimase più impresso?
“L’orfanotrofio che visitai si occupava di 900 bambini. Era la faccia vera della situazione post-bellica. Molti dei piccoli avevano bisogno di interventi al cuore. Ci attivammo subito”.
Ricorda anche il primo caso seguito?
“Certo, quello di una bambina che riuscimmo a portare a Faenza. Aveva una malattia rara alle unghie. Creando poco a poco contatti con le realtà locali, con il tempo abbiamo costruito relazioni solide e ci siamo allargati ben oltre la zona dei Balcani”.
Fino dove?
“Africa, paesi dell’Est. Ci occupiamo della parte logistica: il viaggio del paziente e della sua famiglia, l’ospitalità, l’accoglienza e poi i viaggi successivi. Spesso il bambino, dopo essere rientrato al Paese d’origine, ha bisogno di tornare in Italia per cure e controlli. Il nostro lavoro non finisce mai”.
Quali sono le patologie più frequenti che vi passano davanti agli occhi?
“Problemi al cuore e alle ossa, problemi ortopedici, leucemie e tumori”.
Casi di sofferenza atroce: qual è la parte più difficile da sbrigare?
“Godiamo di grande stima nei nostri confronti all’interno delle ambasciate. Ciò non toglie che l’aspetto più ostico sia quello burocratico. Le autorizzazioni per far venire i bimbi in Italia non sono spesso facili da ottenere”.
Come vi sostenete finanziariamente?
“Questo è un tasto dolente. Ci arrivano donazioni sia da enti come le fondazioni bancarie, che da normali cittadini, pensionati per lo più. Organizziamo spettacoli teatrali per raccogliere fondi. Ma le spese da sostenere sono tante: facciamo anche invii di costosissimi medicinali, abbiamo un appartamento in affitto dove ospitiamo i bambini dimessi dagli ospedali e i loro accompagnatori. Ora siamo in fase di cambiamento: avremo presto ufficio e appartamento nello stesso immobile, in modo da gestire meglio il tutto”.
Di voi c’è sicuramente molto bisogno: quante richieste di aiuto ricevete?
“Al momento stiamo seguendo una decina di casi nuovi: si tratta per lo più di cardiopatie. Un bambino albanese malato di leucemia è invece in attesa del trapianto”.
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