Sos Tata: il Garante per l’infanzia difende pediatri e genitori

Pediatri e genitori attaccano il programma Sos Tata scrivendo al Garante dell’Infanzia? E lui, Vincenzo Spadafora, risponde dando di fatto ragione ai mittenti della lettera e bacchettando Tata Lucia e la produzione della trasmissione televisiva. Il motivo del contendere era stata una puntata della trasmissione nella quale un bambino veniva lasciato piangere da solo, al buio, nel suo lettino, affinché imparasse a dormire da solo: “Telecamere che indugiano a lungo sul pianto disperato di un bambino, contesti familiari messi a nudo dalle ingerenze di trasmissioni televisive che spesso non dimostrano sufficiente attenzione verso i bambini e gli adolescenti. Le scene della trasmissione SOS Tata che mi sono state segnalate da alcune associazioni non sono che l’ennesimo episodio di un modo di fare televisione spesso poco attento al rispetto dei principi sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, poi ribaditi da diversi codici deontologici sottoscritti dal mondo dell’informazione, come la Carta di Treviso e il Codice di autoregolamentazione tv e minori”.

Quella che si pone, dunque, è una questione molto più ampia e “culturale”: “Invito i responsabili di LA7 e della società Magnolia, produttori della trasmissione SOS Tata, ma più in generale tutto il mondo dell’informazione e dell’intrattenimento, al rispetto dei principi che loro stessi hanno sottoscritto, primo fra tutti quello che vincola la partecipazione dei minorenni alle trasmissioni televisive al massimo rispetto della loro persona, evitando che siano coinvolti in forme di comunicazione lesive dello sviluppo armonico della loro personalità. Quando si ha a che fare con i bambini e gli adolescenti, soprattutto in contesti così delicati, non ci si può permettere leggerezza e superficialità. Il coinvolgimento di professionalità specifiche che di volta in volta supervisionino il contenuto delle trasmissioni prima che queste vadano in onda, in questo senso, è fondamentale”.

Ma Tata Lucia non ci sta: “Sono rimasta sconcertata: si sono fermati all’apparenza. Quel bambino non era sudato, né terrorizzato… Come possono vedere in una registrazione un bambino in queste condizioni?”.

Tra i firmatari della lettera, lo ricordiamo, c’era anche il Gruppo Allattando a Faenza.

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