Una parlamentare che chiede al medico della Camera dei deputati di prescriverle la pillola del giorno dopo e si sente rispondere che no, non lo farà lui ma nemmeno quelli che vengono al turno dopo. Motivo? Sono tutti obiettori di coscienza.
La deputata del Psi Pia Locatelli, presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne, è pronta a presentare un’interrogazione al Ministro della Salute per chiedere “se è vero che i medici in servizio alla Camera sono tutti obiettori di coscienza e, nel caso di risposta affermativa, quali iniziative intenda assumere per garantire alle parlamentari il diritto alla salute e i diritti sessuali e riproduttivi”.
La Locatelli ha spiegato che cosa è accaduto alla collega alla quale il medico “ha risposto di non essere disponibile alla prescrizione in quanto obiettore di coscienza”, costringendola ad aspettare il turno successivo e ribadendole comunque che sarebbe stato inutile farlo perché avrebbe ricevuto la stessa risposta.
“Il principio dell’obiezione di coscienza – ha proseguito Locatelli – va difeso, quando nasce da vero convincimento morale e non sia dettato da altre ragioni; ma che l’esercizio dell’obiezione di coscienza non deve impedire l’applicazione della legge n. 194 in tutte le sue parti, a partire dal diritto di ogni singola donna alla salute e all’autodeterminazione, come nel caso della giovane collega”.
La pillola è stata poi prescritta da un deputato medico. Secondo Eugenia Roccella, deputata Pdl e vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, invece, “la pillola abortiva non può essere acquistata in farmacia ma solo somministrata in ospedale. E’ rubricata come ‘contraccettivo di emergenza’, e in quanto tale per la legge italiana la sua somministrazione non ha niente a che fare con la 194”.
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