Ask, il nuovo social che fa tremare i genitori. E allora facciamoci qualche domanda

Il nome sarà profetico perché già sul web i genitori di domande se ne stanno facendo a non finire e non senza quel pizzico di angoscia che caratterizza il distacco siderale tra chi nei social ci sguazza – gli adolescenti – e chi ancora fa fatica a capire come funziona Facebook.

Voce del verbo chiedere: qual è una delle tue maggiori debolezze? E’ così che il social che sta emergendo in questi mesi – Ask.fm – ti accoglie nella sua community dove, se hai superato i 18, ti senti già vecchio. Per curiosità ho provato a iscrivermi anche io, convinta di essere in gran compagnia tra quegli over che per paura di non capire la Rete prima che la Rete si impossessi dei loro figli corrono ai ripari.

Le referenze di questo nuovo social non sono delle migliori: poca cura della privacy, spopola tra i più piccoli (soprattutto nella fascia 12 – 18 anni) che evidentemente, sentendosi in eccessiva compagnia adulta su Facebook, stanno ben pensando di migrare. Soprattutto, consente la modalità anonima, cosa che lo rende incontrollabile soprattutto per i rischi di abusi sui minori.

E allora genitori, che si fa? Ci si mette l’ennesima parrucca virtuale, ci si iscrive all’ennesimo social network e si dà noi la caccia grossa ai cattivi per proteggere i nostri ‘ancora bambini’? Mi viene da credere che tra Facebook, Twitter, Ask e compagnia bella a risentirne potrà essere davvero alla fine la nostra vita sociale, quella reale, e anche quella lavorativa. Perché tra un social e l’altro, a rincorrere i nostri figli, quanto ci resta per tutto il resto?

Sarà meglio che noi fortunati genitori di figli ancora piccoli iniziamo a porre da subito una nuova regola: poca tv ma poca, pochissima vita virtuale. Meglio una grande e nutrita vita sociale, l’unico antidoto a quanto pare a tutto questo social impazzire. Perché? Niente domande, che è meglio!

 

In questo articolo ci sono 3 commenti

Commenti:

  1. Cara Viviana,
    di domande nel tuo articolo ne poni molto poche e proponi come unica soluzione il bando.

    Non conosco la definizione di “social mamma” ma mi sarei aspettato da questa rubrica più apertura mentale e umiltà nell’accettare il fatto che ci sono cose che necessitano di essere approfondite prima di essere valutate.

    Concludo col dire che si tratta di vita sociale anche quella effettuata online e che non tutte le persone sono uguali e che quindi ognuno deve necessariamente fare un uso differenti dei media in base alle proprie predisposizioni e bisogni.

  2. Altroché, non bandisco nulla, propongo solo di ridurre al minimo la vita social dei nostri figli a favore di quella sociale vera.
    Sono una che vive parecchio sui social network e raccoglie ogni giorno domande preoccupate di genitori che temono, perché li conoscono poco, i social network, tutti, vecchi e nuovi.
    Non c’è bisogno di valutare certi fenomeni per dire che è molto meglio far sì che i nostri figli siano immersi in tanti interessi all’aria aperta piuttosto che lasciati ore davanti a un pc.
    La mia non era una bocciatura nei confronti di un prodotto nuovo che prenderà piede a prescindere dalla mia opinione. E’ un commento di allerta. Caro Piero, è l’opinione di una mamma che vivendo assai di social ne conosce pregi e difetti. Nulla di personale.

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