Bambini e disabilità: anche in Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’Unicef, è un binomio poco armonico. I bambini e gli adolescenti con disabilità e le loro famiglie sono troppo spesso invisibili – nelle statistiche, nelle politiche, nelle società. Questa tendenza si riscontra nella mancanza di studi periodici e dati aggiornati sui bambini con disabilità, che spesso vengono trascurati nelle statistiche sia in termini numerici sia rispetto al raggiungimento dei loro diritti.

La stessa definizione di disabilità è rimasta per molto tempo basata prevalentemente sull’aspetto medico. Negli ultimi anni si sta affermando invece un paradigma della disabilità che non è più soltanto di carattere sanitario, ma anche sociale: in altri termini, la disabilità si identifica sempre più non soltanto con una condizione di salute, ma anche nelle barriere, ambientali e sociali, che impediscono l’inclusione.

Queste lacune, che riguardano anche l’Italia, portano a una carenza di politiche e servizi di qualità relegando i minorenni con disabilità ai margini e spesso al di fuori della portata dei servizi, con la conseguente riduzione delle opportunità di partecipare all’interno delle loro comunità.

Secondo i dati più recenti forniti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) il numero degli studenti con disabilità nell’anno scolastico 2011/2012 è stato complessivamente di 215.590 unità contro le 208.521 dell’anno scolastico precedente.

Dall’andamento relativo alle certificazioni di disabilità si è rilevato che, dal 2000/2001 al 2010/2011, queste sono aumentate del 51%, passando da 126.994 a 208.521.

Gli insegnanti di sostegno, che nel 2010/2011 avevano raggiunto le 96.089 unità (nella sola scuola statale), pari al 12,1% del personale docente, nell’anno scolastico 2011/2012 sono stati oltre 98.000, con una percentuale del 12,8% rispetto all’intero corpo docente.

L’Istat, in collaborazione con il MIUR e con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha pubblicato nel 2013 un’indagine svoltasi tra aprile e giugno 2012, che si basa sulle informazioni ricevute da 23.222 scuole, pari all’88% degli istituti primari e secondari di primo grado oggetto dell’indagine. Viene rilevato che gli alunni con disabilità sono in aumento: 145.000 alunni disabili, pari al 3,1% del totale, di cui circa 81.000 nella scuola primaria (il 2,9% del totale) e poco più di 63.000 nella scuola secondaria di primo grado (il 3,5% del totale).

Il ritardo mentale è la patologia più diffusa nel panorama complessivo delle disabilità: ne soffre in media il 36,3% della popolazione con disabilità che frequenta la scuola primaria e il 42,9% di quella della popolazione della scuola secondaria di primo grado. Nella scuola primaria si registrano anche disturbi dell’attenzione, del linguaggio e dell’apprendimento, che riguardano rispettivamente il 27%, 24,7% e il 20,1% degli alunni con disabilità.

Il 60% degli alunni con disabilità è di sesso maschile, con una età media di 9,8 anni per gli alunni iscritti nella scuola primaria e di 13,6 anni per quelli che frequentano la scuola secondaria di primo grado.

Gli insegnanti di sostegno rilevati dal MIUR sono poco più di 65.000 e in entrambi gli ordini scolastici essi svolgono attività di tipo didattico con l’80% degli alunni disabili ma c’è anche una modesta quota (tra il 7,2% della scuola secondaria e l’8,2% della scuola primaria) con cui l’insegnante di sostegno svolge prevalentemente attività di tipo assistenziale. Al Sud si registra il maggior numero medio di ore di sostegno assegnate per alunno (12 ore medie settimanali, contro le 9 del Centro-Nord) e il minor numero di ore prestate dall’assistente educativo (poco più di 5 ore, contro le quasi 13 del Nord).

Circa il 9% delle famiglie degli alunni risulta aver fatto ricorso per ottenere un aumento delle ore di sostegno. Il 14,8% degli alunni con disabilità della scuola primaria ha cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico, percentuale che scende al 10% per gli alunni con disabilità della scuola secondaria di primo grado.

La partecipazione degli alunni con disabilità alle attività extra-scolastiche è limitata (uno scolaro su due vi accede). Ancora più bassa quella ai campi-scuola, che coinvolge circa il 15% di alunni con disabilità della scuola primaria e il 17% di quelli della scuola secondaria di primo grado. Infine, aumenta, anche se lentamente, il numero di scuole primarie e secondarie di primo grado che hanno ridotto il numero di barriere architettoniche. È il Mezzogiorno la macroregione con la percentuale più bassa di scuole che hanno scale a norma (73,8% di scuole primarie e l’85,2% di scuole secondarie) e servizi igienici a norma (67,2% di scuole primarie e il 74,1% di scuole secondarie di primo grado). Il Nord è, invece, la ripartizione con la percentuale più elevata di scuole con scale a norma (85,1% di scuole primarie e 91,9% di scuole secondarie) e con servizi igienici a norma (83,5% di scuole primarie e 87,8% di scuole secondarie).