Un tempo perversioni, oggi si chiamano parafilie. Ecco le conseguenze negative più comuni

Le diverse parafilie condividono la ricorrenza e l’intensità degli impulsi sessuali, le fantasie o i comportamenti che coinvolgono oggetti, attività o situazioni insolite. Mentre l’estraneità, diversità e stravaganza sono attribuzioni spesso derivate dal giudizio di persone che non si riconoscono in queste pratiche sessuali e spesso le ripudiano. Questo è un aspetto che fa la differenza nella motivazione al trattamento. Infatti, i pazienti che manifestano parafilie difficilmente riconoscono le loro preferenze sessuali come disfunzionali o come un sintomo di un disturbo mentale o comportamentale più importante da curare.

Il riconoscimento, spesso solo parziale, di quanto in realtà certi comportamenti possano avere effetti nocivi sulle persone coinvolte, può avvenire, purtroppo soltanto dopo che i fatti si sono compiuti. In talune specifiche situazioni queste abitudini “private” possono sfociare in comportamenti incontrollati che offendono psicologicamente e fisicamente un’altra persona che da quel momento in avanti diviene vittima. Qui evito, per ragioni deontologiche e di buon senso, di considerare le situazioni che hanno risvolti legali e più drammatici, che non di rado si leggono sulle pagine di cronaca.

Le conseguenze negative più comuni per chi soffre di parafilia sono: isolamento sociale e difficoltà nel formare e mantenere una relazione sentimentale stabile; conflittualità per le difficoltà ad assecondare il/la partner nelle richieste sessuali; lo sviluppo di difficoltà sessuali riguardanti la fase di eccitamento e quella dell’orgasmo.

Le persone che manifestano parafilie tendono ad instaurare rapporti sentimentali dalla “sessualità complementare”, cioè altri individui che mettono in atto particolari fantasie e bisogni. Quindi solitamente le coppie formate dall’incontro di due persone con parafilia condividono un certo grado di complicità sessuale. A lungo termine queste relazioni possono divenire più instabili e conflittuali, evidenziando frustrazioni a vari livelli e di diversa intensità, individuali e di coppia. Singoli e coppie con parafilie vengono in consultazione psicosessuologica, non tanto per sapere se sono normali e neppure per cambiare il loro repertorio. Piuttosto lo fanno allo scopo di bypassare quelli che sono gli effetti negativi che ostacolerebbero i progetti di coppia più importanti come per esempio fare figli e divenire genitori, o più semplicemente per migliorare l’intesa reciproca avendo diversi bisogni che ostacolano la condivisione del piacere.

Per contatti: 335 6300997 o www.psicologia-sessuologia.it

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