Minori e web: c’è bisogno di più sicurezza. A chiederlo è stata la parlamentare europea Silvia Costa che ha ottenuto il via libera dell’Assemblea di Strasburgo alla sua relazione dal titolo Tutela dei minori nel mondo digitale.
Secondo la parlamentare, infatti, la penetrazione di internet tra i bambini e gli adolescenti europei è cresciuta in misura esponenziale, creando una sorta di simbiosi, che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione con il mondo esterno. L ‘età media del primo accesso alla rete si aggirava tre anni fa intorno a 9 anni, ma oggi i primi passi su internet dei cosiddetti “nativi digitali” vengono fatti ancora prima di imparare a leggere e a scrivere.
I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere filmati, scaricare video e musica, e infine per file sharing, visita di chatroom, blog e mondi virtuali.
La maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un social network e nel loro profilo molti si presentano con un’identità fittizia; un quarto degli adolescenti dichiara un’età superiore a quella reale. Il 12 per cento dei 9-12enni dichiara di essere stato molestato, in particolare per bullismo (40 per cento) e da contenuti e approcci a carattere sessuale (25 per cento).
Convivono quindi sulla rete opportunità e rischi: essa è ormai indispensabile per l’integrazione sociale, formativa e lavorativa dei ragazzi, ma le istituzioni europee e gli stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, delle imprese e degli educatori.
“La mia relazione – ha spiegato – propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore online. Lo scambio con i diversi gruppi politici della Commissione cultura ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui sussistono diverse sensibilità e orientamenti. Propongo di sostenere una “alleanza educativa” tra famiglie, scuola, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, l’integrazione di tali competenze nel curriculum scolastico e la formazione degli educatori, la vigilanza sulla commercializzazione e pubblicizzazione online di prodotti dannosi, lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell’educazione non formale e del gruppo dei pari per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete, l’accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi”.
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