Ore 7.30, vertiginosamente mi reggo sui trampoli dopo quasi un anno che non li metto. Stamattina ho deciso che dopo due nani e 10 chili andati e venuti è ora di riprendere equilibrio con la vita. Lui, però, continua a oscillare-dormire sul suo filo.
– Scappo. Mi raccomando, lascia la bimba all’asilo, portati dietro bavaglino e asciugamani pulito. Ricordati di lasciare i soldi alla dada. Ah, e butta la spazzatura.
Afferro 4 bollette da pagare, il numero dell’elettricista, la lista della spesa, un bacio ai bimbi e chiudo.
Ore 16.30. Mi affaccio alla porta dell’asilo con lo smalto (quale?) e i capelli di chi ha appena attraversato l’universo a piedi. I miei piedi ululano ingabbiati. Anche io urlerei volentieri. Ho mezza foglia di cicoria sul cappotto, le bollette accartocciate ma pagate nella borsa, l’elettricista prenotato, il nano profumato in braccio, la nana che mi aspetta. Prendo tutto. Corro roboante verso casa. Scarico. Infilo nani e spesa nell’ascensore. Apro. Toh. Biglietto della dada: “Ricordati domani i soldi”. La spazzatura saluta da dietro la finestra. La Nana: “Mamma, oggi non avevo l’asciugamani pulito”. Biglietto del babbo: “Perché ho sempre i calzini spaiati?”.
Perché la lavatrice è femmina. Vede, ascolta e provvede!
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