I teli sui passeggini mettono a rischio la vita dei neonati. Ecco perché
Sulla spiaggia se ne vedono spesso. E così anche al parco. Si pensa che un telo di cotone sul passeggino o…
Sulla spiaggia se ne vedono spesso. E così anche al parco. Si pensa che un telo di cotone sul passeggino o…
Un pezzo di cuore che andava via. Una seconda volta. Lei si chiama Patricia Harris, ha 27 anni e un…
Lo chiamano il Giorno della speranza, un giorno che a livello internazionale è stato scelto per commemorare i bambini che se ne sono andati via troppo presto: morti per sindrome da morte in culla, malattie. Per la maggior parte si tratta di genitori che hanno avuto appena il tempo di stringere il loro fagotto tra le braccia, il tempo di un bacio per poi vederselo portare via perché nato morto.
L’incubo di ogni genitore ha un nome, breve ma dall’impatto violento: Sids, ovvero Sindrome della morte improvvisa del lattante. Lo prendi in braccio, magari gli dai la pappa, lo metti a letto e ti sembra che tutto fili liscio come l’olio. Ma quel corpicino inerme di punto in bianco non si muove più. Le cause sono sconosciute ma prevenire si può. Lo spiega la dottoressa Silvia Noce, pediatra esperta di Medicina del sonno.
Un caso di sindrome della morta in culla ha scosso la comunità rom di Barco di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, dove il piccolo Jacopo non si è svegliato per la poppata come al solito, ieri mattina