Ragazzini agguerriti, competizione ai massimi livelli, senso della sfida, punti da portarsi a casa. Non è una partita di calcio, no. E’ una gara di lettura. Anzi, sono molte gare di lettura. Per le scuole medie, per il biennio e il triennio delle superiori. Ad averle inventate e diffuse in molte zone d’Italia (l’ultima novità è il Canton Ticino) è la libreria Viale dei Ciliegi 17 di Rimini, che già da tempo ha deciso di investire sulla fascia di età over 11 per colmare un vuoto tutto italiano: quello della promozione alla lettura rivolta proprio agli adolescenti. E’ Elena Gaddoni, una delle tre libraie (le altre sono Alice Bigli e Serena Zocca) a raccontare un’esperienza tanto rara quanto preziosa.
Come si sviluppano i vostri tornei?
“All’inizio dell’anno scolastico consegniamo alle scuole una bibliografia con dieci titoli, di generi diversi. Ogni ragazzo compra un libro, lo legge, poi magari lo presta agli altri. E dopo Natale iniziamo a giocare: sono giochi di squadra, fatti non solo di domande ma di prove diverse. I ragazzi che rispondono bene totalizzano i punti. Poi si arriva agli scontri ad eliminazione diretta”.
Quali risultati raggiungete con questa iniziativa?
“Innanzitutto i ragazzi leggono davvero. Riusciamo ad intercettare anche chi, per vari motivi, al libro non si avvicinerebbe. E poi si crea un grande spirito di squadra nelle classi”.
I ragazzi delle gare li ritrovate poi al festival Mare di Libri?
“L’adesione è facoltativa però sì, molti li rivediamo, anche perché durante il festival organizziamo una festa dove premiamo proprio chi ha partecipato durante l’anno alle gare. Invitiamo anche diversi autori dei libri letti”.
Avete anche il polso della situazione rispetto ai titoli che vanno per la maggiore?
“Certo, lo rileviamo chiacchierando con i ragazzi, sottoponendo loro dei questionari e notando su quali libri sono più sicuri e ferrati durante i giochi. Alle superiori piace molto Novecento di Baricco. Ma anche Lo Hobbit di Tolkien. E Agatha Christe in generale. Alle medie vanno molto Bianca Pitzorno e il genere thriller”.
Il vostro obiettivo va oltre la gara stessa e la premiazione?
“Sì, assolutamente. In genere la finale è aperta al pubblico, in modo che i ragazzi possano invitare amici e familiari a fare il tifo, come ad una specie di saggio finale. In ogni caso il nostro scopo è dare ai ragazzi che si appassionano l’opportunità di continuare un percorso. La scuola è fondamentale ma spesso tende a livellare e a non gratificare chi fa un passo in più degli altri”.
Condividete questa filosofia con altri soggetti?
“Siamo in contatto con quattro-cinque associazioni che in Italia si occupano di promozione alla lettura per i ragazzini. Ci chiamano da lontano. I nostri tornei si stanno diffondendo. Coinvolgiamo anche scuole fuori dalla provincia di Rimini. E abbiamo una pagina Facebook dedicata, ‘Gare di lettura’ dove i ragazzi vanno a vedere punteggi e classifiche. E dove fanno i confronti”.
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