Bocciata due volte in terza media. Ma è autistica

 S. compirà 18 anni a giugno, ma quest’anno frequenterà ancora la terza media. Per la terza volta consecutiva. Per la terza volta consecutiva, infatti, l’istituto alberghiero di Poggio Rusco, in provincia di Mantova, ha rifiutato la sua iscrizione. S. è una ragazza con una grave forma di autismo: ha frequentato regolarmente le scuole medie, supportata da una progetto di “scuola potenziata” che avrebbe portato con sé anche alle scuole superiori. Mail dirigente ha respinto iscrizione e progetto: a settembre entreranno nell’istituto 3 prime classi, oltre 60 nuovi alunni: ma per S. non c’è posto. A denunciare questa “tristissima storia”, come la definisce lei stessa, è Maria, la mamma di S., presidente, tra l’altro, dell’associazione “Casa delle farfalle”.

Ieri ha incontrato un ispettore del ministero dell’Istruzione, probabilmente si arriverà ad un accordo, ma “ormai abbiamo perso tutti – afferma – perché siamo dovuti arrivare al tribunale”. Presso il Tar, ha infatti depositato mesi fa il ricorso perché fosse ritirata la decisione del dirigente, ma “soprattutto chiedo giustizia – spiega Maria – Chiedo che quel dirigente sia rimosso o spostato, perché questa triste vicenda sia d’esempio e rappresenti un precedente: niente del genere deve più accadere. Questi ragazzi, già penalizzati, non devono vivere esperienza come questa e hanno diritto di accedere alla scuola che scelgono”.  

Tre volte no. Ma riprendiamo la storia dall’inizio. “Negli ultimi due anni – riferisce Maria – abbiamo provato a iscrivere S. nell’unica scuola superiore del nostro paese, a 100 metri da casa nostra. Ci sono state poste dal dirigente problematiche relativi a spazi e personale, ma ci è stato assicurato che quest’anno sarebbe stata inserita e che nel frattempo, durante l’anno-ponte, avrebbe preso contatti con la sua futura scuola, garantendole così quel passaggio graduale che per lei è fondamentale”. Entrambi gli impegni, però, sono stati disattesi: S. non ha preso contatti con la scuola superiore durante lo scorso anno, ma soprattutto è stata nuovamente respinta la sua domanda d’iscrizione. “Siamo stati convocati dal dirigente, il quale ci ha detto che posto non c’era: non poteva accoglierla. E a nulla è valso il progetto che avevamo elaborato, attraverso la rete che abbiamo costruito in questi anni, per l’inserimento di S.: un progetto che garantisce alla scuola, peraltro a costo zero, tutto il supporto di cui S. ha bisogno. Il dirigente ha alzato un muro invalicabile – denuncia Maria – e non ha voluto neanche discutere la proposta. Così, s indicazione della Fish, ho preso contatto con l’avvocato Nocera, il quale mi ha confermato l’illegittimità della decisione del dirigente e mi ha suggerito di fare ricorso al Tar”. 

Una decisione “poco dignitosa”. La giustizia, però, ha i suoi tempi, mentre le scadenze della burocrazia non sono negoziabili: così, nel frattempo, l’8 giugno scorso i genitori di S. hanno dovuto prendere una decisione: farla uscire dalla scuola media, con il rischio di doverla poi tenere a casa tutto l’anno; oppure farla bocciare, per far sì che rimanesse alle medie. “Un’ipotesi poco ragazza che va a scuoladignitosa per lei – commenta la mamma – vista la sua età anagrafica. Ma l’unica che garantisse a lei e a noi serenità e tranquillità. Così, nonostante tutto, abbiamo deciso di tenerla alle medie ancora un anno. Tutto ciò, con il benestare del provveditorato – riferisce Maria – che messo a conoscenza della situazione, anziché intervenire presso il dirigente dell’alberghiero, ha accettato di buon grado che una ragazza quasi 18enne frequentasse di nuovo la terza media. Tutto questo, per me, è emblematico della mancanza di cultura sull’autismo e la scarsa considerazione di cui godono i nostri ragazzi e le nostre famiglie”. 

“Abbiamo perso tutti”. Ieri, intanto, Maria ha incontrato un ispettore del ministero: “vogliono trovare una mediazione, un accordo. E chiaramente se interverrà il ministero, il dirigente dovrà accettare di iscrivere S.. Ma non intendo proprio cantare vittoria, qui abbiamo tutti perso. Intanto, per quest’anno ormai i tempi non ci sono: S. ha bisogno di mesi per realizzare questo passaggio e l’occasione, ormai, è stata persa. Poi, i rapporti con l’istituto alberghiero sono così deteriorati che mi crea una grande preoccupazione il pensiero di inserire S. in un ambiente così ostile. Il 30 settembre ci sarà la sentenza: io sono stremata e spiazzata. Se pure il giudice mi darà ragione, disponendo l’inserimento di S. all’alberghiero, non sentirò di aver vinto. Cosa voglio, allora? Voglio giustizia, chiedo che contro quel dirigente siano presi provvedimenti, così che serva da esempio per tutti quelli che, in virtù del ruolo che ricoprono, potrebbero rendere un po’ migliore la vita dei nostri figli e invece non fanno che porre nuovi ostacoli. E alle famiglie chiedo di denunciare: tanti, in questi giorni, mi scrivono di aver vissuto esperienze simili alla mia. Ma quasi nessuno denuncia, anche per ragioni economiche. E questo aggiunge tristezza alla tristezza. Comunque finirà questa storia, nessuno avrà vinto la partita, ma tutti avremo perso”. 

Fonte: Redattore sociale

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